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L’energia di Peter Hammil
Suggestivo concerto fra un pubblico di affezionati


Peter Hammil, storico leader dei Van Der Graaf Generator, è un nome caro al popolo del rock fiorentino, ancora memore del concerto che l’artista tenne con la band allo Space Electronic nel febbraio ’72. Tornato a Firenze il 17 maggio con un concerto all’Universale, in pochi hanno perso l’occasione di vederlo suonare di nuovo dal vivo. Lui, oltre 40 dischi da solista all’attivo, si presenta sul palco da solo, con un set acustico per chitarra e pianoforte. I pezzi sono tratti dalla sua discografia personale - nessuna citazione dal repertorio dei Van Der Graaf - ma temporalmente si spazia da brani di poco successivi allo scioglimento della storica band fino a pezzi tratti da Clutch (Fie!, 2002), suo ultimo album.

Si torna indietro fra l’entusiasmo della gente ma anche grazie allo stile compositivo di Hammil, nella ricerca di accordi e dissonanze mai scontati e di incastri ritmici imprevedibili un evidente richiamo a quello dei Van Der Graaf Generator. La sua è una ricerca sonora profonda e accorta, ma portata avanti con la stessa spontaneità e naturalezza con cui Hammil si presenta di fronte al pubblico. Caratteristica immancabile è l’energia, tanta da sostituire con soli pianoforte e chitarra gli arrangiamenti dei pezzi, qui presentati in versione acustica, e da supplire totalmente l’assenza del supporto ritmico. Punto di forza dell’artista, a priori rispetto al resto, è la qualità del lavoro di scrittura. Vederlo presentare le sue canzoni in questa veste assolutamente essenziale, oltre tutto, è vivere i pezzi da vicino, quasi in fase di stesura. Altro merito di Hammil è quello di trasmettere, suonando, la sensazione di avere già chiara un’immagine completa e finita del pezzo, e di pensare a quella mentre si accompagna solo con uno strumento acustico. L’affezionato pubblico, più adulto rispetto a ieri, lo acclama con lo stesso calore con cui si acclama un idolo, del passato e decisamente del presente. Hammil, consueta prova di grande umiltà e testimonianza di chi non predilige i canali del mercato discografico ufficiale, si concede senza limitazioni, tornando più volte sul palco prima di concludere con una versione a cappella di Again. Il calore verso il pubblico continua anche a fine show, quando Hammil si lascia circondare dai fan per rilasciare decine di autografi, chiudendo così lo spettacolo di un artista per cui il merito sul piano professionale va di pari passo con la stima sul piano umano per la dimostrata coerenza e credibilità.

Giulia Nuti

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