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Bruce come non si era mai visto
Jack Bruce, Songs For A Tailor (Polydor, 1969)

Songs For A Tailor segna, nel 1969, l’esordio da solista di Jack Bruce nel mondo della discografia. Giunto ormai a termine il capitolo Cream, Bruce sfodera con questo album tutte le sue capacità da protagonista, portando in luce un’immagine a tutto tondo della sua personalità. Non solo bassista ma tastierista, chitarrista, violoncellista, arrangiatore e soprattutto compositore, con una carrellata di brani brevi e intensi, caratterizzati da grande ricerca e sforzo compositivo. La ricerca e la completezza arrivano sul piano armonico ( dove certo a Bruce, diplomato giovanissimo in violoncello, le conoscenze non mancavano ) , sul piano ritmico, dove il disco non manca di trovate originali, e sul piano degli arrangiamenti, mai casuali. Si spazia fra rock e blues senza lasciare indietro straordinari episodi melodici come la delicata “Theme From An Immaginary Western”. Che il lavoro di Bruce fosse qualitativamente alto si capisce anche dai musicisti dei quali si circondò: Jon Hiseman e Dick Heckstall-Smith dei Colosseum, rispettivamente alla batteria e ai sassofoni, e George Harrison alla chitarra (fra i credits con lo pseudonimo “L’ Angelo Misterioso”). Songs For A Tailor è un album scorrevole e trascinante, e lo si intuisce bene già da “Never Tell Your Mother She’s Out Of Tune”, brano di apertura. L’album è stato recentemente ristampato dalla Universal, che sta curando le riedizioni con inediti di molti dei lavori dal catalogo di Bruce. Particolare nota positiva, l’inclusione fra i Previously unreleased di una versione demo di “Ministry of Bag”, che priva il brano dell’arrangiamento per fiati e permette di scoprirlo nella sua prima, essenziale versione.

Giulia Nuti



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