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Il pregiudizio del pregiudizio
Come nasce un pregiudizio? Ed è percepito da tutti allo stesso modo? Può essere percepito in maniera soggettiva od è universalmente riconosciuto?
Trattare del pregiudizio è un argomento delicato anche perché ce ne sono molti e di molti tipi. Volendo esaminare il pregiudizio “razziale”, quindi inteso verso lo straniero, la situazione si complica ulteriormente. Gli argomenti e le tesi sono molteplici e molto delicate. Si può affrontare l’argomento da molte angolazioni: politiche, demagogiche, civili, culturali, legislative ecc; non si dovrebbe però attraverso facile propaganda o verità universali.
La verità non è mai una ed una sola, la realtà è fatta da tante sfaccettature, se è reale.
Non affronterò certo tale argomento nella sua completezza, ma mi è sembrato giusto riportare, non la mia opinione, ma quella di una persona che straniera, vive in Italia, ed attraverso le sue parole lasciare a chi legge la costruzione di un’opinione.
L’intervista è stata effettuata ad Andreea Lorenz giovane ragazza rumena di 20 anni proveniente dalla città di Iasi, arrivata in Italia da circa un anno.
D: Cosa ti ha spinto ad andartene dal tuo paese e come ti sei trovata in Italia, inizialmente era come te l’immaginavi?
R: Sono andata via dal mio paese perché non c’era lavoro e gli stipendi non bastavano per vivere, sono venuta in Italia proprio per cercare un lavoro. L’idea che ci facciamo dell’Italia in Romania è un po’ diversa da quella che ho trovato, l’Italia è certo meglio dal punto di vista lavorativo della Romania, gli stipendi sono circa tre volte quello rumeno (200 euro circa al mese); ma pensavo che si vivesse meglio. In realtà la vita costa molto anche qua e tra le varie spese, pur lavorando, quasi non si riesce ad arrivare a fine mese. L’idea che avevo ed abbiamo in Romania dell’Italia è molto diversa da quella che invece è, migliore.
D: Parli Italiano molto bene, è stato difficile imparare, hai trovato qualche aiuto nelle strutture pubbliche?
R: No, non ho trovato aiuto o fatto scuole, ho cercato di imparare piano piano da sola ascoltando, è importante per me parlare la vostra lingua, e in generale per tutti i rumeni che conosco. Ho cercato da subito appena arrivata di imparare al più presto, non solo perché mi serviva, ma perché mi faceva sentire meno straniera, più dentro, integrata.
D: Perché dici per sentirmi meno straniera? Hai avuto problemi di integrazione inizialmente? Hai ancora problemi di questo tipo?
R: A volte alcune persone, quelle che non ti conoscono, ti fanno sentire diversa, per esempio una volta in autobus, mi sentirono parlare in rumeno al telefono e mi guardarono male, l’autobus era pieno e mi spinsero. Ma non sempre è così, in Italia mi trovo bene e le persone che ho conosciuto sono state brave con me. Gli Italiani rispetto ai rumeni sono più aperti, amichevoli.
Le persone che ho conosciuto e che mi hanno conosciuto non mi fanno sentire una straniera.
A volte gli italiani sono però anche troppo fiduciosi. La persona dove lavoro mi ha dato le chiavi di casa dalla prima settimana che lavoravo da lei e non mi conosceva ancora bene, mi ha molto impressionato.
D: Quando senti o hai sentito di più il fatto di essere straniera?
R: Lo sento molto quando devo rivolgermi al comune od alle strutture della città. Soprattutto prima per le pratiche che riguardavano il fatto che ero straniera o per esempio quando volevo iscrivermi all’università. Gli impiegati non perdono tempo a spiegare le cose, anche se non capiamo, per avere certi documenti o fare certe pratiche alcuni ti dicono di portare una cosa, altri altre cose la volta dopo. Diventano file lunghissime e tempi lunghissimi. Anche nel mio paese la burocrazia è così ma speravo fortemente e credevo che in Italia fosse migliore, diversa. E’ stata una grossa delusione. In quei casi sia per la mia esperienza che per altre d’altri stranieri che conosco, ti senti più che mai sola, straniera e non sai cosa fare.
D: Ci sono episodi a volte molto forti di conflitti, tensioni e risse tra stranieri o tra stranieri ed italiani, cosa ne pensi?
R: Penso che alcune tensioni siano create dal fatto che noi stranieri siamo considerati a volte come quelli che rubano il lavoro agli italiani, perché accettiamo di lavorare ad uno stipendio più basso rispetto agli italiani. Poiché c’è poco lavoro questo crea a volte tensione. Invece, a volte, alcuni rumeni vorrebbero comportarsi come farebbero in Romania, nel loro paese, ma questo si scontra con le regole Italiane. Ti faccio un esempio, io abito in un palazzo dove per metà ci sono Italiani e per metà Rumeni. Una sera un gruppo di rumeni fecero una festa, alzando il volume al massimo, urlando, ubriacandosi, buttando sigarette in tutto l’ascensore, insomma facendo un gran casino tanto che ad un certo punto arrivarono i carabinieri. Il modo non era giusto. Ti potrei dire che in certi casi preferirei abitare dove vivono solo italiani. Però in fondo ci sono persone brave o meno, che possono essere sia rumene che italiane. Alcuni italiani infatti, soprattutto vecchi appena vedono una ragazza rumena ci provano subito, pensando che siamo tutte uguali, facili e disponibili.
D: Lasciando le tensioni, più in generale cosa ne pensi dell’Italia e della cultura Italiana: cibo, musica, cinema, teatro?
R: L’Italia mi piace, apprezzo molto la “civiltà”, la “civilizzazione”, nel senso di rispetto per il proprio paese, per la natura, per gli edifici, per le strade, per la pulizia del suolo pubblico, per il rispetto verso il nostro vicino di casa. Perché gli italiani apprezzano le cose che hanno. Nel mio paese non è così c’è molto meno rispetto per tutte queste cose. La cultura italiana mi piace molto, il fatto del cinema e del teatro. Nel mio paese al cinema non ci va nessuno, i cinema sono sempre vuoti e gli edifici sono vecchi, qui invece i cinema sono nuovi, moderni e c’è tanta gente. Anche il teatro nel mio paese è raro, le persone non ci vanno, qui è diverso, apprezzo questa cosa e vorrei tanto che anche in Romania fosse così. La musica italiana invece non mi piace molto a parte alcuni cantanti più famosi, noi ascoltiamo la musica in modo diverso, più alto il volume, più incasinato.
Il cibo lo adoro soprattutto la pasta anche se noi in Romania mangiamo molta più carne.
D: Infine, una domanda banale, ma che cosa ti manca di più del tuo paese?
R: La mia famiglia che è rimasta al mio paese, la mia lingua ed i dolci.
Il pregiudizio del pregiudizio non ha alcun senso.
Azzurra Becherini Prato 05/04/2007
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