il popolodelblues

Gli scritti di Ernesto de Pascale su ilpopolodelblues.com

Artisti che se ne vanno dalle majors e artisti che vengono

È il caso di Prince che dopo a ver sbandierato ai quattro venti la sua indipendenza se ne torna a casa Arista, l’etichetta di uno dei più grandi magnati della discografia, Clive Davis, con la coda tra le gambe. Cosa vuol dir questo? Che forse i progetti fino ad ora segnalati perdono la loro valenza? Non diremmo ciò quanto, come la quarta edizione del rinnovato meeting delle etichette indipendenti (nato a Firenze negli anni ottanta e lì cresciuto) di Faenza ha sottolineato, un certo sbandamento che non radica ancora definitivamente le nuove proposte tecnologiche di pari passo con l’incedere mastodontico di una discografia sempre più ferita e arrabbiata, da cui la necessita di molti indipendenti di ritrovarsi dopo anni di sguardi in cagnesco. Non è poi tutto oro quel che luccica – come ci spiegava Sergio Messina di www.radiolilliput.org la scorsa settimana – e i siti che dispensano musica on line se la devono vedere con la Siae che, a differenza della francese Sacem ancora pochissimo fa per lo sviluppo paritario del diritto ma, piuttosto, lo affida – di diritto viene da dire ridendo a denti stretti- a quei pochi che possono permettersi un pagamento discriminante per molti. Le cose insomma stanno andando come già andarono anni orsono con le radio libere. Alla fine, se proprio volete sapere come finirà e in pochi altri modi potrà essere altrimenti, tutti patteggeranno il pattegiabile e la Siae ripartirà fra i pochi autori soci un sacco di soldi finiti nel calderone. Intanto scaricare la musica gratuitamente è solo un gioco (c’è chi già dice un trabocchetto) per permettere a certe aziende on line di stipulare importanti contratti pubblicitari che riempiranno di banner e rallenteranno le funzioni del vostro PC. Di certo il mercato, lento sotto questo Natale, lento più che mai, ha bisogno di reinventarsi e questa non è una novità. A Faenza ci si è chiesto come fare a non ripetere gli errori di una votla; chi scrive ha sottolineato e ricordato ai più ciò che accadde nei tardissimi anni ottanta quando tutti i più importanti gruppi di lavoro indipendente furono, per poche lire, abbindolati dalle majors che raccolsero così i frutti di molti.

L’indipendenza è una strada difficile; richiede accortezza, la valutazione di orizzonti non sempre percepibili e quindi da simulare, una buona e sana gestione economica e l’impegno di tutte le parti a collaborare. Alcune di queste voci non si declinano bene con altre voci quali la presunzione, il senso di lobby che è tipico di molti piccoli e altro ancora. Non è un caso infatti che proprio sul web gli indipendenti italiani non abbiano lanciato ancora nessuna sfida se non la creazione di questo o quel sito, bello o brutto che sia. La partita, ciò ne è chiaro esempio, si sta, allora, ancora giocando altrove. Il web pare destinato oggi a sfruttare al massimo le potenzialità di aziende rampanti in altri settori – guardate la telefonia, ad esempio – che a loro volta vedono la musica come una chiave di facili ingressi. Ma, credeteci, se la pornografia, non fosse vietata, quelle aziende agirebbero volentieri e senza etica presso gli utenti di quei servizi ( risaputi come i più frequentati in rete), dimostrandoci ancora una volta, così, come la musica, oltre le porte del duemila continua, ahimè!, a d accompagnare le scopate nei bordelli di New Orleans. Oh Yeah!

Ernesto De Pascale

Il Tirreno 2.1.2000

the state I'm in - dicembre 1999