Cavea del nuovo teatro dell’opera
Firenze, 29 giugno 2012
Lo scenario affascinante della Cavea del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze accoglie dal vivo Chris Cornell, storico leader dei Soundgarden, per un concerto in cui il musicista ripercorre, in versione acustica, estratti da buona parte della sua carriera. Il concerto era nell’ambito del festival Live On organizzato da Le Nozze di Figaro per Estate Fiorentina 2012 (www.live-on.it), che proseguirà con il concerto di Damien Rice il 28 luglio 2012.
Cornell si mostra al pubblico fiorentino armato solo di chitarra: ne ha una schiera folta disposta sul palco, ma finisce per utilizzarne solo una piccola parte.
Precisa in apertura, incitando il pubblico a cantare e partecipare, che “sarà un concerto acustico, ma se volete sarete voi a renderlo rock”.
L’ottima apertura è segnata da Scar on the Sky.
Il primo momento dedicato ai brani più celebri dei gruppi di Cornell arriva quarto in scaletta, con Wide Awake e Be Yourself degli Audioslave.
Il primo vero salto nel passato giunge invece con il trittico Wooden Jesus, Call me a Dog e Hunger Strike dei Temple of Dog, supergruppo il cui omonimo album venne dedicato da Cornell e soci (tra cui membri dei Soundgarden e dei Pearl Jam) alla memoria del cantante dei Mother Love Bone, Andrew Wood, che Cornell non manca di ricordare dal palco.
Chris ha voglia di interagire con il pubblico. Presenta i brani e racconta qualche aneddoto, tra cui quelli relativi ai Soundgarden. “Suonammo a Firenze quando ero ancora un ragazzo” – dice. “Ho dei bellissimi ricordi, anche se qualcuno è un po’ annebbiato”. Del gruppo che lo ha reso celebre, nel corso della serata regala Fell on Black Days, Outshined e una riuscitissima Blow up the outside world.
Sostenere due ore di concerto in acustico è una sfida difficile per chiunque, così Chris spezza il ritmo eseguendo When I’m Down e Scream cantando su basi pre registrate suonate direttamente da un disco in vinile. Su Scream il vinile si inceppa e costringe il cantante a un salto a piè pari per sbloccare la puntina. Tutto questo non solo aggiunge azione al concerto, ma rende molto più godibile la scelta di abbandonare temporaneamente la chitarra per delle basi.
Tra i momenti più intensi, una versione di Thank You dei Led Zeppelin e, naturalmente, i bis: Burden in my hand dei Soundgarden, I am the highway degli Audioslave, l’immancabile Black Hole Sun e una efficacissima A day in the life dei Beatles.
Ottimo concerto con un Chris Cornell decisamente in forma.
Giulia Nuti
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