XXV Porretta Soul Festival – Porretta Terme, Rufus Thomas Park, 19-22 luglio 2012
The 25th anniversary of Porretta Soul Festival was celebrated with a great line up and with four days of music, friendship and happiness. Porretta was confirmed the best European Soulsville.
Da un quarto di secolo a Porretta Terme, piccola cittadina a metà strada tra Pistoia e Bologna, si celebra la Sweet Soul Music e nella seconda metà di luglio il Rufus Thomas Park diventa l’ombellico del mondo della Soul Music.
Durante questi venticinque anni, in questa cittadina termale si sono esibiti nomi del calibro di Rufus & Carla Thomas, Solomon Burke, Otis Clay, Mavis Staples. Booker T. & the Mg’s, Sam Moore, Irma Thomas e tanti altri.
A qualsiasi persona verrebbero le vertigini a leggere tutti questi nomi, ci sarebbe da sentir tremare le ginocchia a dover organizzare un festival che negli anni si è arricchito di queste presenze. A tutti tranne che a Graziano Uliani, instancabile motore organizzativo di questo festival che con estremo rigore e profonda passione riesce ogni anno a centrare l’obiettivo.
Non è facile infatti organizzare un festival di musica Soul. Non è affatto facile perchè il Soul è gioia e passione ma soprattutto la musica Soul, e più precisamente la musica Soul di Memphis Tennessee, è rigore, metodo, equilibrio.
La sweet soul music della Stax/Volt riesce a stringerti l’anima ed a soffiare sul tuo cuore proprio perchè si basa su delicatissimi equilibri tra fiati, ritmica e voce. Un po’ di muscolo in più e ti ritrovi nel funky o addirittura dal Tennessee rischi di venire catapultato altrove.
Questa cosa la sanno bene le migliaia di persone che da ogni parte del mondo affollano Porretta. La conoscenza di questi sottili equilibri la leggi negli sguardi dei cultori della soul music che qui a Porretta Terme rappresentano uno spettacolo nello spettacolo, seduti ai Bar di Via Mazzini mentre si riconoscono l’un l’altro dagli sguardi, dalle t shirt che indossano, dai dischi che cercano di farsi firmare o semplicemente perchè si sono qui ritrovati anno dopo anno.
La celebrazione del quarto di secolo di questo festival non poteva quindi non essere all’altezza delle precedenti edizioni e così è stato.
Le serate al Rufus Thomas Park sono cominciate giovedì 19 luglio con una serata dedicata alle donne durante la quale hanno spiccato le Sweethearts of Australia, progetto del Matthew Flinders Girls College di Victoria Australia grazie al quale ben 34 ragazze tra i tredici ed i diciannove anni si sono esibite con una potenza impressionante dando dimostrazione di una profonda disciplina.
Da sottolineare, inoltre, la presenza delle Real Mother Funkers, interessante progetto musicale all girls (ed un solo ragazzo) che per la seconda volta si è esibito qui a Porretta: una band il cui repertorio sembra uscito da un blaxploitation movie di fine anni 70 e la cui perizia ed il feeling col groove è notevolmente migliorato nel corso di questo anno. Davvero interessanti anche le loro proposte in italiano che denotano una marcata sensibilità melodica che va perfettamente a braccetto con la loro musica.
Una delle cose che più preoccupa gli amanti del Soul è la mancanza di un adeguato ricambio generazionale, considerando soprattutto che i vecchi leoni si avvicinano ormai ad età alquanto considerevoli.
La seconda serata ha come spazzato via parte di questo timore portando sul palco la newyorkese Robin McKelle ed i suoi The Flytones: un set che ha davvero fatto tremare le fondamenta del Rufus Thomas Park, una giovane interprete che non ha avuto paura di confrontarsi con dei classici del genere (finanche con Etta!) e con una platea fatta di intenditori. E’ piaciuta tantissimo questa Robin McKelle, lo si è capito fin dalla prima nota e lei è stata davvero brava a saper creare un ottimo feeling con la platea di Porretta.
E’ stata la volta poi dei Bo Keys, eccezionale band cross generazionale che all’interno ha dei veri e propri cimeli della storia del Soul: Howard Grimes, inconfondibile metronomo delle registrazioni di Rufus & Carla Thomas, Ann Peebles e Al Green; Archie “Hubby” Turner, organista di Ann Peebles ed infine Ben Cauley, storica tromba dei Bar Keys ed unico superstite dell’incidente aereo del Lago Monona in cui perse la vita Otis Redding. I Bo Keys hanno funzionato come perfetta house band nel mentre sul palco della 25esima edizione del Porretta Soul Festival si alternavano giganti del calibro di John Gary Williams, Otis Clay, Syl Johnson ed David Hudson: Syl Johnson, fresco di una recente ristampa dei suoi lavori discografici, è stato protagonista della serata anche per le sue strali contro l’uso/abuso di sample sonori da parte dei moderni produttori/dj (ha recentemente vinto una causa contro Jay Z) ma la platea è sembrata davvero prendere il volo quando sul palco è salito Otis Clay che grazie ai Bo Keys sta vivendo una seconda giovinezza e che ha dato una lezione di tensione e passione dimostrando che a volte il cuore riesce ad arrivare lì dove magari le corde vocali non riesco più a portarti.
Indimenticabile anche la lezione di stile data da David Hudson con il suo repertorio di classici di Al Green ed una commovente, tiratissima e splendida versione di “Try a little Tenderness”.
Chiusura della serata affidata ai Bar Keys guidati dalla voce di Larry Dodson e dal basso di James Alexander i quali hanno infiammato ancora di più la serata con la loro soul revue che, partita da “Hold On, I’m coming”, è giunta alla fine della serata sulle note della loro “Son of Shaft” senza dimenticare la storica “Soul Finger”.
Ultima serata, quella di domenica 22, affidata alla Soul Revue con il meglio delle tre serate precedenti ed anche questa volta si è giunti nel cuore della notte, stanchi e felici, sulle note dei Bar Keys. Questi ultimi magari un po’ troppo muscolosi ma siamo alla Soul Revue e tutto è concesso soprattutto al termine di una ottima edizione come questa.
È domenica notte, quindi, e negli sguardi di chi si avvia verso il proprio hotel camminando per via Mazzini qui in Porretta Terme, si legge tanta felicità ma anche un velo di malinconia perchè anche quest’anno è finito il Porretta Soul Festival. Domani sarà lunedì e si andrà a lavorare, magari fischiettando dock of the bay e portando nel cuore le facce, i sorrisi e le note di questa magia che si ripete ogni anno. Ma lo sguardo felice di Graziano Uliani è consolatorio ed è una garanzia: l’anno prossimo tutti qui, seduti al bar sin dal mattino. E sarà di nuovo Sweet Soul Music.
Giovanni de Liguori
Nelle foto de Liguori: Robin McKelle, The Real Mother Funkers, The Bar-Kays, David Hudson
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