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Black music build with slang from Milan
Sono nipoti di Enzo Jannacci e Nanni Svampa ma allo stesso tempo vestono le loro canzoni di funky e rhythm’n’blues. Anche se il gruppo è milanese al cento per cento, i navigli si trasformano nelle rive del Delta del Mississippi e del lago Michigan. I Teka P con A ramengo, il loro terzo album a lunga durata, si posizionano in un ambito che va oltre la canzone dialettale cercando di darle una veste internazionale. L’ironia che era una costante delle prime prove rimane in ogni brano, ma ora è il mezzo per descrivere situazioni difficili, appunto “a ramengo”. L’uso del milanese, che all’inizio poteva sembrare una goliardata ben costruita, oggi è una cifra stilistica (con tanto di revisione ortografica da parte di Edoardo Bossi del Circolo filologico milanese) che tiene le redini dell’album nonostante i viaggi del gruppo verso vari lidi musicali. Che sono quelli del rap nell’utilizzo della lingua come onomatopèa (Kilekemelefafà), della ballata swing (Dòna), del blues (Ester), del già citato funky (A ramengo), del jazz (Tuttaok). I quattro elementi cercano la simbiosi musicale con il bassista Fabrizio Catinella a tenere le redini del ritmo, mentre al nucleo del gruppo si unisce una sezione fiati per dare il colore necessario ai brani. C’è anche un’autocitazione, quella Caragna no, divenuta una costante dei loro album, stavolta riletta in chiave rhythm’n’blues con l’armonica a dare l’attacco per ballare e divertirsi. Non ci stupiremo a vedere i Teka P fuori dai circuiti tradizionali della canzone d’autore per lanciarsi in quelli della black music. E non solo in Italia.
Michele Manzotti
Tracklist 01. Hoo perduu 02. A ramengo 03. Bimba 04. La tartifola 05. Dòna 06. Kilèmekemelefafà 07. Ester 08. Tuttaòk 09. Scleri 10. L'E' Natal 11. Caragna No
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