Edimburgo, Dancebase, 19 agosto 2012
Physical theatre describing the refuse of any authority
L’evoluzione della vita vista attraverso il linguaggio del corpo. Una negazione del conformismo e della vita borghese, espressa dalla danza non in quanto semplice movimento, ma come teatro fisico. L’ora di spettacolo di I Am Son, della compagnia milanese Sanpapié, è una continua tensione visiva grazie all’azione di tre protagonisti (Lara Guidetti che ne è anche la coreografa e la regista insieme a Marco di Stefano, Francesco Pacelli, Federico Melca) pronti a enfatizzare espressioni facciali e di tutto il corpo, ma anche di annullarsi per favorire l’azione narrativa comune. La situazione italiana prima e dopo la caduta del muro di Berlino, l’impegno, la disillusione, l’effimero sono le tematiche che fanno da filo conduttore al rifiuto dell’autorità dei genitori e dell’autorità in genere. La crescita è un fatto traumatico e la consapevolezza di diventare un orfano è una conseguenza quasi naturale. Lo spettacolo ha avuto il patrocinio dell’istituto italiano di cultura di Edimburgo e ha fatto parte, insieme ad altri nel nostro paese, del cartellone all’interno del Fringe della Dancebase diretta da Morag Deyes.
Michele Manzotti
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