Gilbert and Sullivan in Brief(s)
Edimburgo, Pleasance Courtyard, 19 agosto 2012
A Topsy-Turvy most Ingenious Paradox
Prendete quattro cantanti dall’aspetto elegante ma un po’ squinternato con un pianista apparentemente svogliato e lanciate loro una sfida. Quella di intrepretare in soli 70 minuti i momenti salienti delle operette scritte da Sir William Gilbert e Sir Arthur Sullivan. Ce la faranno? Certamente, ma a modo loro. Scambiandosi attrezzi di scena, vestiario, e talvolta anche parti senza nascondere simpatie e antipatie reciproche. E’ la caratteristica di Gilbert and Sullivan in Brief(s), una produzione proveniente da New York della Nick Brooke Productions e inserita nel calendario Pleasance del Fringe. Dicevamo della sfida, che comprende tutte e 14 le collaborazioni tra il librettista e il compositore inglesi vissuti nella seconda metà del XIX secolo, a partire da Thespis (la cui partitura è andata perduta) a The Gondoliers. La volontà dei cinque protagonisti è quella di stupire con i continui cambi musicali a seconda delle operette, ma va subito detto che i cantanti (il tenore Matthew Thompson, il soprano Carolann Sanita, il mezzosoprano Kate Chapman, il baritono Parker Andrews, ben assecondati dal pianista Charles Czarnecki) hanno eccellenti doti vocali, adatte per le partiture di G&S. Forse la parte meno convincente dello spettacolo scritta da Ray Cullom è quella che negli ultimi minuti comprende tutti i finali, ma è conseguente all’idea del modo Topsy-Turvy (sottosopra), cifra stilisitica delle operette dei due autori. Che qualche volta non dispiacerebbe vedere anche in Italia per conoscere qual era la musica di successo dell’Inghilterra vittoriana.
Michele Manzotti
foto (c) Queens Theater
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