Edimburgo, Assembly One, 16 agosto 2012
A challenge for two young musicians. Spectacular!
Nonostante siano passati quasi 40 anni dalla sua uscita, il fascino di Tubular Bells resta immutato. Non solo per coloro che a loro tempo comprarono il vinile, ma anche per le giovani generazioni di ascoltatori e musicisti. Non è un caso che due ventenni australiani, Daniel Holdsworth e Aidan Roberts si siano confrontati con quello che è considerato uno dei capolavori della musica moderna composto da Mike Oldfield. Come quest’ultimo suonò tutti gli strumenti sovrapponendo le singole parti in studio di registrazione, così i due australiani hanno deciso di suonare dal vivo tutti gli strumenti previsti dalla partitura originale (tastiere, chitarre, percussioni) con il solo aiuto di pedali di risonanza ed espressivi e di un’invidiabile forma fisica. Perche Tubular Bells for Two non è solo uno spettacolo musicale, ma un’esibizione muscolare, un tour de force che impegna i protagonisti in un continuo scambio di strumenti. Inoltre i piedi scalzi di entrambi non sono un vezzo, ma un mezzo per lavorare meglio sulla pedaliera. Tubular Bells for Two è quindi un concerto da vedere più che da ascoltare (non per niente vendevano a fine concerto il Dvd di una loro esibizione a Sidney) anche se il pubblico che aveva 20 anni nel 1973 era pronto a cogliere tutte le sfumature del disco dato che molto difficilmente la composizione viene proposta dal vivo. I pieni voti vengono già dati dal pubblico dopo la prima parte, la più attesa, con gli strumenti annunciati dal maestro di cerimonie. Voti confermati anche nel finale dopo la seconda sezione, più rock e meno minimalista. Uno spettacolo preparato a furia di “Blood, Sweat and Tears” ma che ha funzionato alla perfezione. Non per niente ha sempre richiamato pubblico comfermandosi uno degli show più applauditi della sezione Assembly del Fringe.
Michele Manzotti
Tagged festival concerti