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Recensioni

Green Man Festival 2012 – Galles, Glasnusk Park

20 ottobre 2012 by Giovanni De Liguori in Concerti, Recensioni

Galles, Glasnusk Park 17, 18, 19 agosto 2012

Young Stars and old Fellows, welcome back Green Man

Sono ormai dieci anni che in questo angolo di Galles si celebra il Green Man Festival ed entrare oggi nella valle del Glasnusk Estate fa un certo effetto, soprattutto se si pensa ai giorni in cui l’indimenticato Ernesto de Pascale approdò al Baskerville Castle per la prima edizione, riservata soltanto a 1000 ospiti,  ravvisando in esso qualcosa di molto interessante soprattutto per chi era in cerca di novità e nuove sonorità. La storia di questo festival quindi si interseca necessariamente e per forza di cose con la storia del Popolo del Blues in una consolidata e reciproca attenzione e rispetto. Altro dato importante: questa del 2012 è la prima edizione con una nuova ed importante gestione manageriale.

E qualcosa di diverso si è notato, soprattutto nella scelta degli headliners al palco principale, mentre  come al solito interessantissimo è stato l’evolversi dei live acts nei palchi minori. Tra le cose più interessanti del festival ci sono stati senz’altro i Cashier no.9 (Bella Union), un gruppo di ragazzi irlandesi che hanno dimostrato di aver imparato bene la nobile tradizione chitarrtistica dei Byrds  e vocale dei Beach Boys per un progetto che occorre tenere sotto stretta osservazione. Uno dei live act più impressionanti è stato quello dei Toy (Heavenly Recordings): un intelligente mix di punk e kraut che ha ipnotizzato più di uno spettatore nelle loro galattiche e spaziali code strumentali. Un incubo fatto suono, un naufragio notturno senza stelle in un mare in tempesta, questo sono stati i Teeth Of The Sea (Rocket Recordings): un sound capace di esplodere in mille frammenti con mille direzioni mentre sotto, come il rumore di un mare in tempesta, rumoreggia un percussionismo ossessivo. Non viene dai Sun Studios di Memphis ma dalla vicina Bristol il giovane Danny Coughan aka  Crybaby (Helium Records) che ha presentato il suo cd  fatto di canzoni in pieno stile Roy Orbison: una struttura semplice ed accattivante dove nessuna nota è messa a caso o risulta sprecata.

Teeth of the Sea

Se questi sono stati gli artisti interessanti tra i giovani, un po’ più opaca e confusa è apparsa la scelta e la proposta tra i nomi che si sono esibiti nel palco principale. Senza dubbio il nome più importante era quello di Van Morrison (Polydor) e Van The Man ha accontentato tutti: enorme carisma e lezione di impeccabilità per uno show che non ha sprecato un solo secondo della esibizione e che ha unito tutti in classici come “Brown Eyed Girl”, “Times like these” fino al finale di “Gloria”. Molto bello lo show dei Dexys (BMG), vivace e divertente progetto folk pop rispolverato dal leader  Kevin Rowland il quale propone questo accattivante show che è un misto tra concerto e rappresentazione teatrale forte della presenza di validissimi musicisti tra cui il redivivo Mick Talbot, ex Style Council.

Van Morrison

Tuttavia, e proprio in virtù del lungo e consolidato rapporto che ci lega a questo Festival, ci sia consentita qualche perplessità sulla scelta degli altri nomi che – a quanto pare – sembrano indicativi di una diversa direzione che il Green Man Festival ha intenzione di prendere. Non comprensibile è infatti apparsa la scelta di presentare  come headliners gruppi come i Mogwai (Rock Action Records) che sicuramente avrebbero potuto avere un feedback maggiore in un contesto diverso ma che qui, sullo stesso palco dove negli anni abbiamo assistito a personaggi come Joanna Newsom, John Reinbourn, Robert Plant ed Alisdair Roberts, insomma, sono apparsi lievemente fuori posto ed hanno dato l’immagina di una band che, trascorsa la golden era del post rock, si stia sempre più suonando addosso. Dello stesso tenore è stata l’incomprensibile scelta di scegliere Yann Tiersen (Mute) quale  artista di chiusura della seconda serata peraltro con una scaletta chiusa prima della notizia dell’aggiunta dello show di Van Morrison, costringendo quest’ultimo ad esibirsi alle 18 e 30. Chiusura da parte di Feist (Polydor) che ha chiuso l’edizione del 2012 con uno show onesto ma del tutto dimenticabile.

Cosa dire insomma? Verrebbe da chiedersi quale direzione stia prendendo il Green Man Festival. Se , trascorsi i fasti del new folk e della psichedelia cui esso si accompagnava, non abbia deciso di incamminarsi verso il sentiero già esplorato da giovani ed agguerriti concorrenti come gli organizzatori delll’Electric Forest Festival o se invece non stia attraversando una semplice fase di transizione magari spinto dall’incalzare del concorrente End Of The Road Festival che in questi anni sta presentando cartelloni davvero interessanti. Sono purtroppo domande alle quali non possiamo ancora  dare una risposta ed in questa pacata incertezza ci facciamo coraggio e calore con le certezze, e sono tante, che invece abbiamo portato a casa dopo questa edizione. Il Green Man Festival resta un luogo unico, è sicuramente uno degli eventi dove poter ascoltare le più interessanti cose nuove, soprattutto da parte degli artisti senza ancora un contratto. E’ una valle che riceve i suoi ospiti come una culla accogliente ed è un medium size festival che permette la convivenza di intere famiglie con la realtà spesso dura di un festival all’aperto dove spesso e volentieri il clima non è dei migliori.

Feist

E’ un luogo incantato, insomma. Che ci crediate o no, il Green Man è spesso apparso a noi del Popolo del Blues. Lo ha fatto alla sua maniera, facendo capolino dagli immensi alberi che disegnano il confine della valle e sparendo repentinamente. Ci ha sorriso e ci sorride tutti gli anni perchè lui sa leggere i nostri desideri e sa bene che – incertezze a parte – l’anno prossimo faremo di nuovo ingresso nella valle del Glasnusk Estate, ci gireremo intorno ammirando la folla già presente, guarderemo verso il cielo ammirati e con la bocca aperta ammetteremo a noi stessi che questo sì, è il posto più bello del mondo.

Giovanni de Liguori

Fotoservizio di Giovanni de Liguori

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