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Recensioni

Muse – The 2nd Law

26 dicembre 2012 by Matteo Vannacci in Dischi, Recensioni

(Helium 3, Warner)
 www.muse.mu

Il nuovo album dei Muse è talmente strano e spigoloso da sembrare, a un primo ascolto, un flop completo. Tale perlomeno da non giustificarne l’attesa.
Dai tempi dorati di Absolution (un capolavoro), ed era il 2003, Matt Bellamy e soci non sono stati particolarmente prolifici, facendo uscire un disco nuovo ogni tre anni, sempre più vagamente sperduti in un universo semi-intellettuale, post-moderno, post-industriale, vagamente futuristico e opprimente. In poche parole: dischi peggiori dei precedenti.
Ora, tra questo “The 2nd Law” e l’esperimento orwelliano del precedente “The Resistance” non c’è particolare differenza, nel senso che nessuno dei due sarà destinato a rimanere nella storia della musica contemporanea.
Tornando al primo ascolto, la tentazione sarebbe quella di fare fagotto, prendere un cd di Chuck Berry dallo scaffale e gettare l’album nel dimenticatoio. Se resisterete a questa tentazione è giusto sapere che “The 2nd Law” cresce nel tempo. Non è tuttavia del tutto chiaro se questo sia dovuto a una naturale assuefazione verso il suono.
Partendo dal principio “The 2nd Law” è l’ennesimo album sperimentale dei Muse, che un giorno hanno deciso di abbandonare l’indie rock, si sono buttati sull’elettronica come il 95% della scena indie, non gli è piaciuta e hanno in qualche modo deciso di ridefinire a modo loro l’intero stile. Con risultati alterni.
Si passa quindi da canzoni sinfoniche iper-tamarre (Supremacy e Survival che il comitato olimpico non si è fatto scappare come colonna sonora di Londra 2012) a esperimenti rock-elettronici come il singolo Madness, fino a un recupero del funk che altro non è che un ritorno, da altra strada, al passato (Panic Station).
Problema: come spesso succede con un disco ascoltato a ripetizione alla ricerca della salvezza i pezzi che si ricordano sono sempre i primi cinque o sei. Cattivo segno. Recuperandoli uno ad uno, e scartando lo strambo esperimento techno conclusivo, l’unico che spicca è “Explorers”, che perlomeno recupera quella tensione continua che aveva caratterizzato i tempi migliori di Muse. Non è comunque questione di nostalgia, ma di qualità.

Matteo Vannacci

Tracklist
 Supremacy
 Madness
 Panic Station
 Prelude
 Survival
 Follow Me
 Animals
 Explorers
 Big Freeze
 Save Me
 Liquid State
 The 2nd Law: Unsustainable
 The 2nd Law: Isolated System