Avvenimenti di vario peso, seri e meno seri, hanno ultimamente catalizzato l’attenzione dei media, inseguendosi e sollecitando discussioni e commenti. Abbiamo infatti affrontato e poi tranquillamente archiviato i Maya e le loro profezie. Con disappunto o con ammirazione, secondo i punti di vista, stiamo ora archiviando le dimissioni del Papa aspettando il conclave. E attualmente è in corso di metabolizzazione il risultato delle elezioni di Camera e Senato che si riuniranno fra poco. Non è questo il luogo dove fare previsioni o studiare strategie politiche per salvare l’Italia. Bisogna però riconoscere che la novità è il grande favore raccolto dallo schieramento di Beppe Grillo, forse anche superiore alle sue più rosee aspettative. Come nella canzoncina dell’ape Maia, il Grillo si è svegliato, ma la sua serenata non l’ha fatta solo al prato, bensì a tutto il paese. Nella situazione che si è creata ci sono pro e contro ma, senza pregiudizi e senza scetticismo preconcetto, lasciamo ai posteri decidere se i grillini si sono meritati tutta questa fiducia.
Una riflessione da fare invece in questa sede è se, pur tenendo conto degli innumerevoli guai che affliggono il paese, si darà finalmente anche un po’ di attenzione alla musica: classica e leggera, professionale e amatoriale. La musica è cultura e, oltre a sviluppare la fantasia e il senso estetico, può offrire anche buone possibilità di lavoro. Da decenni aspettiamo che qualche parlamentare, più illuminato di chi sostiene che la cultura non si mangia, risvegli l’interesse e la considerazione sull’arte che noi amiamo. Quello che da appassionati può farci sperare è che, piaccia o no come persona, Grillo era e rimane un artista, prova ne sia il taglio che ha dato alle sue performances nelle piazze: esagerato, egocentrico, esibizionista e sbruffone, come deve essere ogni attore popolare che vuole attirare l’attenzione di chi lo vede e lo ascolta.
E da artista ci auguriamo che raccomandi ai suoi rappresentanti in Parlamento di inserire fra le priorità anche una buona legge a sostegno e a tutela della musica: la stiamo aspettando da più di mezzo secolo. Abbiamo saputo tra l’altro che anche Adriano Celentano ha dato il suo supporto a Grillo, dedicandogli una canzone di speranza per un futuro migliore. Auspichiamo che ci abbia visto giusto e che non succeda come qualche anno fa, quando scrisse una lettera al “Corriere della Sera”, invitando gli italiani ad avere fiducia in Silvio Berlusconi che si ripresentava alla ribalta politica e che, secondo lui, meritava di essere seguito e sostenuto. Abbiamo visto poi come è finita.
Speriamo perciò che stavolta Adriano abbia puntato sul cavallo vincente, per il bene dell’Italia e, chissà, anche della musica.
Rinaldo Prandoni
Nella foto: Beppe Grillo alla chitarra in un fermo immagine da You Tube
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