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Un album delicato e riuscito per una voce assolutamente italiana ma che sa ispirarsi e rifarsi ad un grande modello come quello di Joni Mitchell.
Stiamo parlando di “Migratory Birds”, debutto della cantautrice di origine pugliese, che da anni vive in Emilia Romagna, Valeria Caputo.
Una raccolta di brani leggeri e sospesi, a cominciare dall’apertura The Next Train, biglietto da visita che chiarisce in fretta le influenze di Valeria.
Convince anche la successiva The Face on The Screen con i suoi bei contrappunti di violoncello, mentre con December Sun, arricchita da un bell’assolo di chitarra, è ormai chiaro di che pasta la musica di Valeria sia fatta.
Fly Away si apre ad armonie più jazzate e aperte, tra Last chance lost e Black Crow della Mitchell.
Piace molto anche la dilatata e più sperimentale title track, Migratory Birds, in cui la voce emerge come a far da guida all’impasto sonoro degli altri strumenti.
In certi passaggi viene da citare anche Laura Nyro, per un album che se non propone un suono nuovo, di certo tornisce le atmosfere a cui si ispira con sapiente maestria declinandole attraverso la composizione di materiale originale.
Giulia Nuti
Tracklist: The Next Train The Face On The Screen December Sun You Can't Stop Honey In My Room Fly Away Migratory Birds I'll Be With You The Sea Has Told Me It's Wrong
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