Book Festival, 19 agosto 2013
(c) Pascal Saez Edinburgh International Book Festival
Non è un dizionario, come indicato nel titolo. Piuttosto un modo di riordinare la propria vita musicale e una carriera lunga 60 anni. A Pianist A-Z (edito da Faber and Faber) è il libro di Alfred Brendel dedicato al suo strumento, il pianoforte, e alla pratica esecutiva che lo ha visto tra i massimi protagonisti del ’900. “Adesso non suono più _ ha raccontato il pianista austriaco alla presentazione del libro al Book Festival di Edimburgo _ nemmeno a casa dato che è superfluo stare cinque ore sullo strumento senza dover preparare un concerto. Però ho i pezzi stampati nella mia mente”. Brendel a 82 anni ha ordinato nomi e sensazioni secondo un ordine alfabetico e la presentazione del libro ha toccato alcune delle lettere che formano i capitoli. L ad esempio è dedicato alla parola Love, amore per la musica, ma anche al Lied e al rapporto tra canto e pianoforte. B è riservato a Bach e alla sua letteratura per tastiera e che ha creato la prassi moderna per interpretare il pianoforte. R vuol dire repertorio e la grande importanza di studiare quello classico. “E’ stato più difficile individuare la corrispondenza per altre lettere _ ha aggiunto Brendel _. Per la K ho scelto il compositore tedesco Klantz, esempio di autore che si trova a scrivere nel periodo sbagliato, ovvero nella Germania tra la due guerre. La Z tocca Zagabria e l’eroe nazionale Zvodimir, ma capico che con la musica abbia poco a che fare.” I compositori più amati? “Ne cito cinque, anche se non è una scelta facile: Bach, Handel, Haydn, Beethoven e Schubert. Comunque ho avuto la grande fortuna di avere come maestri Edwin Fisher e Alfred Cortot, che mi hanno guidato in un mondo di grandi composizioni. Il vero segreto è quello di averle intepretate in modo personale”.
Michele Manzotti
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