Si comincia di prima mattina, quando è possibile fare colazione con le musiche di Bach e Beethoven o con i versi di Shakespeare nella centralissima Princes Street. Poi di corsa si raggiunge il Royal Mile dove sono allestiti i palchi riservati alle giovani formazioni che promuovono i loro spettacoli, e dove artisti di tutti i generi consegnano pacchi di cartoncini con appuntamenti di teatro, danza e musica. Quindi sta allo spettatore e alla sua capacità di resistenza (oltre che di spesa) arrivare fino a notte fonda. Questa è Edimburgo d’agosto. Anzi, questo è il Fringe. Perché se è vero che la capitale scozzese ospita varie rassegne in agosto, a partire dall’International e i suoi spettacoli sofisticati, al Book festival e i suoi incontri tra autori e pubblico, al Tattoo per bande militari da tutto il mondo nel castello, è il “fringuello” il vero motore della città e della sua vita artistica. Basti scorrere le quasi 400 pagine del suo catalogo per accorgersene: appuntamenti a tutte le ore nei vari rami della rassegna (Assembly, Underbelly, Pleasance, Gilded Balloon, Zoo) con la maggioranza della scelta dedicata alla commedia meglio se interpretata da una sola persona, la Stand-up comedy. Un genere che è proposto sia dall’attore emergente sia da quelli più noti. Tutto nel segno delle nuove idee e della ricerca dell’originalità. Anche la musica presenta i suoi pezzi forti, a partire dal rock al soul, dal canto a cappella al folk scozzese e britannico. Proprio questo genere ha i suoi luoghi deputati al Fringe, come la Queen’s Hall e l’Acoustic Music Centre @ St. Brides. Infine la tarda serata è piena di Late Night Shows, specialmente di cabaret (alcuni dei quali giunti al decimo anno di rappresentazione) e di burlesque. Per questo (e per il terzo anno consecutivo) Il Popolo del Blues è andato nella città scozzese con lo scopo preciso di dare una panoramica più ampia possibile della scena cittadina. A partire dal Fringe ma non solo.
Michele Manzotti
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