il popolodelblues

Fringe 2013

Edinburgh 2013 – Mitch Benn, The 37th Beatle

18 settembre 2013 by Michele Manzotti in Fringe 2013

Stand Comedy Club, 20 agosto 2013

Quante volte avete sentito parlare del quinto Beatle? Ovvero di una persona che ha affiancato l’attivita di John, Paul, George e Ringo sul palco, in studio di registrazione, nel management? Un quinto Beatle che di volta in volta è stato Stu Sutcliffe, Pete Best, Brian Epstein, George Martin. Il cantante-attore Mitch Benn stavolge il concetto e arriva a parlare di 36 Beatle, prima di lui stesso. The 37th Beatle è appunto lo spettacolo presentato da Benn al Fringe, Stand Comedy Club. Un’ora di musica e parole dedidata ai Fab Four che fatalmente diventano Fab Thirtysix. C’è una logica nel racconto di Benn, che ovviamente tocca l’ironico e il grottesco. Nell’elenco compaiono tutti coloro che in vita hanno avuto a che fare con i quattro di Liverpool, ma anche coloro che in un modo nell’altro possono essere considerati Beatles in senso lato grazie alla propria vita artistica. Del primo gruppo fanno parte i nomi già citati oltre a Tony Sheridan, Billy Preston ed Eric Clapton. Gli altri rappresentano una tipologia più variegata che va dai Badfinger, talentuosi quanto sfortunati eredi designati della formazione, dai Monty Phyton a Neil Innes, già componente della Bonzo Dog Doo-Dah Band e trait d’union tra i Beatles stessi (che li vollero nel film Magical Mistery Tour) e i Phyton per i quali ha scritto brani e gag. Alla spiegazione, giocata forse sul paradosso, con la quale dimostra di essere il numero 37 Benn arriva ovvviamente anche con la musica. E lo fa con brani “alla Beatles” (ben costruiti) di cui conserva la struttura ritmica e l’atmosfera strumentale cambiando però la melodia. Pezzi tutt’altro che facili come I am the Walrus, il finale di A Day in the Life, quello dall’album Abbey Road compresa la breve coda di Her Majesty. Unica concessione agli originali èTomorrow Never Knows, fulgido esempio di modernità e soluzioni sperimentali che pone i Beatles del 1966 allo stesso livello dei compositori colti del novecento. Un’esecuzione con l’Ipod usato come loop pedal molto convincente. Soprattutto un’ennesima dimostrazione di come i Fab Four abbiano rivoluzionato la musica. Spiegata molto bene e in modo divertente dallo stesso Benn.

Michele Manzotti

Video “I’m Proud of the Bbc” dall’album di Mitch Benn “Breaking Strings” (2012)

http://www.youtube.com/watch?v=p3q2iZuU5WM

 

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