Stand Comedy Club, 20 agosto 2013
Quante volte avete sentito parlare del quinto Beatle? Ovvero di una persona che ha affiancato l’attivita di John, Paul, George e Ringo sul palco, in studio di registrazione, nel management? Un quinto Beatle che di volta in volta è stato Stu Sutcliffe, Pete Best, Brian Epstein, George Martin. Il cantante-attore Mitch Benn stavolge il concetto e arriva a parlare di 36 Beatle, prima di lui stesso. The 37th Beatle è appunto lo spettacolo presentato da Benn al Fringe, Stand Comedy Club. Un’ora di musica e parole dedidata ai Fab Four che fatalmente diventano Fab Thirtysix. C’è una logica nel racconto di Benn, che ovviamente tocca l’ironico e il grottesco. Nell’elenco compaiono tutti coloro che in vita hanno avuto a che fare con i quattro di Liverpool, ma anche coloro che in un modo nell’altro possono essere considerati Beatles in senso lato grazie alla propria vita artistica. Del primo gruppo fanno parte i nomi già citati oltre a Tony Sheridan, Billy Preston ed Eric Clapton. Gli altri rappresentano una tipologia più variegata che va dai Badfinger, talentuosi quanto sfortunati eredi designati della formazione, dai Monty Phyton a Neil Innes, già componente della Bonzo Dog Doo-Dah Band e trait d’union tra i Beatles stessi (che li vollero nel film Magical Mistery Tour) e i Phyton per i quali ha scritto brani e gag. Alla spiegazione, giocata forse sul paradosso, con la quale dimostra di essere il numero 37 Benn arriva ovvviamente anche con la musica. E lo fa con brani “alla Beatles” (ben costruiti) di cui conserva la struttura ritmica e l’atmosfera strumentale cambiando però la melodia. Pezzi tutt’altro che facili come I am the Walrus, il finale di A Day in the Life, quello dall’album Abbey Road compresa la breve coda di Her Majesty. Unica concessione agli originali èTomorrow Never Knows, fulgido esempio di modernità e soluzioni sperimentali che pone i Beatles del 1966 allo stesso livello dei compositori colti del novecento. Un’esecuzione con l’Ipod usato come loop pedal molto convincente. Soprattutto un’ennesima dimostrazione di come i Fab Four abbiano rivoluzionato la musica. Spiegata molto bene e in modo divertente dallo stesso Benn.
Michele Manzotti
Video “I’m Proud of the Bbc” dall’album di Mitch Benn “Breaking Strings” (2012)
http://www.youtube.com/watch?v=p3q2iZuU5WM
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