(True North) www.ruthmoody.com
Si respira sempre una bella aria musicale in Canada. Stavolta a proporci cose buone dal paese nordamericano è la cantante e banjoista Ruth Moody. Ruth, anche se nata in Australia, proviene dallo stato del Manitoba dove è cresciuta ed è stata tra le fondatrici del trio The Wailin’ Jenys diventando poi leader della band Scruj MacDuhk. Nella sua carriera con queste formazioni ha ricevuto cinque nomination ai Juno awards, ponendosi tra le realtà più interessanti della musica indipendente canadese. E’ del 2010 il primo album solista, The Garden, prodotto da David Travers-Smith al quale è affidata la supervisione anche dell’ultimo These Wilder Thing. Ruth punta su atmosfere soft, lavorando molto sulle sonorità acustiche e semiacustiche con banjo, ukulere, chitarra acustica e pianoforte facendosi accompagnare da molti musicisti ospiti. A partire dal già citato produttore Travers-Smith ai fiati e alle tastiere per arrivare a Mark Kopfler, suo ospite in un brano (Pockets) e per il quale Ruth ha aperto i concerti del recente tour europeo.
These Wilder Things è un album da ascoltare vicino al caminetto, magari accompagnato dalla lettura di un romanzo e una bevanda calda. E’ un disco di Americana, ma che non disdegna influenze del folk europeo come in Life is Long. Il banjo tocca le corde della nostra attenzione in Trouble and Woe e Nothing Without Love che non per niente aprono e chiudono il disco. Ma consigliamo anche il brano che dà il titolo all’album e Make a Change la cui ricchezza strumentale non contrasta con lo spirito sereno dell’album. Una musicista tutta da scoprire. E da apprezzare.
Michele Manzotti
Tagged Americana, Canada, Mark Knopfler, Ruth Moody