Il nostro breve viaggio alla scoperta del cantautorato di carattere semi acustico nel Nord Europa parte dalla Norvegia per poi proseguire nella vicina Svezia
Iniziamo con Kreg Viessleman: tra America e Norvegia la sua storia coincide con il successo dell’album The Pull. Poi il silenzio e l’arrivo in pianta stabile nel paese scandinavo. Al jazz club di Oslo ritorna a suonare con il suo trio mettendo le basi del disco If you lose your light (Continental Song City/Ird, www.kregviesselman.com). Voce calda e belle atmosfere chiaramente ispirate a lezioni importanti come quella di Paul Simon. Tra le canzoni da ricordare Half Baked News, Tin Cups, Nantucket Woman.
Nato nel sud della Svezia, Richard Lindgren (con pagina Facebook) è cresciuto a pane e Johnny Cash a differenza dei suoi coetanei. La voce baritonale e la scelta di chitarra e pianoforte come strumenti del cuore lo hanno aiutato nella sua vocazione. Le canzoni di Driftwood-the 309 sessions (Rootsy/Ird) sono state scritte in un albergo della città svedese di Onebro in Svezia. Molto ispirate Heart of the Land, Hurry on Home Mama, Guinnes Song. Tanta America vista, e bene, da lontano.
Anche Andi Almqvist è svedese con ascolti tipicamente americani (la voglia di raccontare storie di Leonard Cohen ad esempio), ma indubbiamente più roots con atmosfere non lontanissime dall’est Europa. La sua Warsaw Holiday (ovvero vacanza a Varsavia pubblicata da Rootsy/Ird) è velata di malinconia, anche nei brani più ritmati come No e Oh La La, mentre in tracce come Happy End e Insomnia la tendenza è a graffiare o a essere poco rassicuranti. Bello il finale di No More Songs for You. Informazioni sulla pagina Facebook
Michele Manzotti
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