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Dopo il doppio sold out di Milano e Roma nel mese di marzo, Joe Bonamassa torna in Italia per un’unica data, giovedì 26 giugno al Teatro Comunale di Firenze, Corso Italia 16 (ore 21 – biglietti da 35 a 90 euro – prevendite www.boxofficetoscana.it e www.ticketone.it – info tel. 055.667566) con un nuovo set elettrico. E’ un’ottima occasione per rivedere il virtuoso chitarrista che ha entusiasmato milioni di fan. E’ infatti nella dimensione live che si rivela appieno lo straordinario talento dell’ex bambino prodigio della sei corde, definito dalla leggenda B.B.King suo erede e “principe del blues”: non solo per la tecnica eccezionale, ma anche per il suo carisma da rock-star del blues, il suo magnetismo e la sua profondità stilistica ed emotiva di interprete e cantautore.
Artista incredibilmente prolifico, solo negli ultimi due anni Bonamassa ha pubblicato il suo tredicesimo e fortunato album “Driving Towards The Daylight” (2012) – un ritorno a sonorità “roots” che si rifanno al blues e al rock’n’roll delle origini, con la partecipazione di Brad Whitford, chitarrista degli Aerosmith – il secondo capitolo del sodalizio con la cantante Beth Hart “Seesaw”, in cui i due reinterpretano classici soul e blues, e infine “Afterglow”, il terzo disco in studio del supergruppo hard rock Black Country Communion. Joe Bonamassa è tra i maggiori chitarristi contemporanei. Recentemente ha suonato alla Royal Albert Hall di Londra, il tempio del rock’n’roll mondiale, ottenendo il sold-out e duettando con Eric Clapton e Sir John Paul Jones dei Led Zeppelin.
Tutto questo a poco più di trent’anni. Nonostante la giovane età, dal vivo dimostra una maestria e un’esperienza da veterano, di cui il pubblico si è accorto fin dalle prime esibizioni: per capirsi, a 8 anni ha aperto un concerto di B.B. King e a 12 suonava regolarmente sui palcoscenici di New York. Ogni live è ormai un appuntamento per migliaia di persone, incantate dalle trenta chitarre che Joe è solito cambiare durante i set, che si colorano così di diversi generi, dal rock al country al blues malinconico. Anche la stampa l’ha consacrato: è stato infatti uomo copertina di ‘Guitarist – The Bible of Guitar’ ed è rimasto nella vetta di Billboard per quattro mesi consecutivi.
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