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Con l’Italia gli Strawbs hanno un rapporto speciale che parte dagli anni ’60. Nel nostro paese sono poi tornati come Acoustic Strawbs, e in quell’occasione vennero intervistati da Ernesto de Pascale nel 2002. Con questa denominazione il gruppo inglese arriva per un breve tour italiano dal 9 al 16 agosto (info www.geomusic.it). Ne parliamo con il leader della formazione Dave Cousins.
Come nasce il progetto degli Acoustic Strawbs?
«La formazione di oggi è quella che ripropone gli stessi musicisti di 40 anni fa. Oltre a me ci sono Dave Lambert e Chas Cronk con i quali suonavo infatti nel 1973. Il repertorio non presenta solo i nostri classici ma anche brani nuovi. Spesso ci vedrete con tre chitarre, ma la pedaliera di Cronk ha effetti straordinari come i suoni sintetizzati. Inoltre puntiamo molto sulle armonie vocali».
C’è un disco particolare del vostro catalogo, Grave New World, che vendette 100 mila copie quando uscì. Cosa prova quando lo ascolta oggi?
«È un album che a distanza di tempo sento particolarmente moderno e le copie vendute ci diedero molta visibilità. Calcoli che noi già nel 1968 eravamo sotto contratto, primi inglesi, con l’etichetta americana A&M. Presenteremo anche brani da questo disco e secondo me sarà molto interessante poterli ascoltare in versioni senza la massa strumentale di allora».
A settembre uscirà un suo libro sull’attività di tutti questi anni. Qual è stato il motivo?
«Alcuni anni fa avevo pubblicato un volume con i testi degli Strawbs. Questo ha provocato un tale interesse che in molti mi hanno chiesto che storia ci fosse dietro quelle canzoni. Va detto che la nostra attività in America era sconosciuta in Regno Unito e viceversa anche perchè a un certo punto c’erano due formazioni parallele. Ma c’è stato anche un altro motivo: quando il gruppo si sciolse io ho fatto molta radio, in qualità di manager. Questo mi ha portato ad avere contatti con molte persone, da David Bowie a Marc Bolan e Keith Emerson. Quindi ho potuto raccontare tante storie al di là del gruppo».
È ancora in contatto con Rick Wakeman, componente del gruppo che poi ha fatto una carriera importante da solista e con gli Yes?
«Certo, ed è protagonista di tante storie del libro: garantisco che ciò che ha combinato è tutto vero. Come quando Salvador Dalì salì sul palco con noi dopo che lo conoscemmo in hotel. Pensi che noi e i Led Zeppelin facemmo insieme il primo tour americano. Sono rimaste epiche le gare di freccette e lo stato in cui lasciavamo le stanze d’albergo…»
Come musicista quali sono i suoi programmi?
«Sono appena tornato dal Portogallo e dopo le date italiane andremo in Canada. In ottobre ci raggiungerà Carl Palmer per altri concerti. Non sono mai stato occupato come adesso».
Michele Manzotti
Ernesto de Pascale e Dave Cousins a Firenze nel 2002 (c) Pressphoto
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