(Helikonia)
pagina Facebook Stefano Cicconetti e Stefano Cicconetti Quintet
La discografia del batterista romano Stefano Cicconetti, dopo Le canzoni del jazz e Celluloide, si arricchisce di un nuovo titolo. Stavolta arriva su Cd un progetto già eseguito e perfezionato più volte dal vivo, quello in quintetto. Una formazione dove al leader si aggiungono Paride Furzi al contrabbasso, Francesco Mazzeo alle chitarre, Massimo Guerra alla tromba e al flicorno, David Grottelli al sax tenore e soprano. I brani del quintetto, prevalentemente originali con qualche standard, sono pensati per il coinvolgimento di danzatori. Non si tratta di tornare indietro al jazz pre-bebop con il ballo che era prerogativa dei bianchi, ma di pensare a un linguaggio jazz odierno legato al movimento del corpo. Uno stile con evidenti tracce della tradizione che sa guardare avanti prendendo spunti da linguaggi europei e americani. Il merito del quintetto di Cicconetti (oltre a quello delle capacità tecniche degli strumentisti) è proprio questo, con l’ascoltatore impegnato a captare le varie sfumature stilistiche e strumentali del Cd. Si ascoltino a questo proposito l’iniziale Alla corte del re, il lavoro di Furzi e dei due fiatisti in Vaimar, lo swingato di Palla di fuoco trattato in maniera quasi grottesca, le melodie-armonie della chitarra in End Titles.
Michele Manzotti
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