foto (c) Monica Ruscanu
Nel prestigioso Alcatraz di Milano, Massimo Priviero ha tenuto un concerto “evento” che rappresenta la data di chiusura del tour di Ali di Libertà, cd che ha avuto ottimi consensi di critica e di pubblico ed è stato eletto anche album italiano dell’anno dai lettori della rivista Buscadero. Un migliaio di persone, poco meno del sold out, hanno assistito ad una serata che si è rivelata imperdibile. In apertura si sono esibiti i Lowlands, gruppo roots/rock di Pavia, guidato dal leader Edward Abbiati. La loro non è stata un’esibizione di mero riempitivo, ma hanno proposto una decina di brani di ottima fattura, cantati in inglese, alcuni dei quali tratti dal loro nuovissimo progetto Love Etc… Citazione meritata per tutta la band, composta oltre che da Edward (voce e chitarra acustica), dal celebre Antonio “Rigo” Righetti (basso), Roberto Diana (chitarra solista), Mattia Martini (batteria) e Francesco Bonfiglio (piano e fisarmonica).
Dopo un veloce cambio strumentazione, Massimo Priviero e la sua band hanno preso possesso del palco. Rispetto ai tour precedenti ci sono alcune novità, e la formazione attuale è composta da Alex Cambise (chitarre e mandolino), da molti anni braccio destro di Massimo, Fabrizio Carletto (basso), Oscar Palma (batteria), Riccardo Maccabruni (fisarmonica e piano), Nicola Manniello (tastiere) e il giovanissimo Efrem Bonfiglio (chitarra). Priviero, è arrivato ormai al quindicesimo album in ventisei anni di attività. Dopo un inizio sfavillante e una seconda fase di carriera molto tribolata, ha saputo rialzare la testa, grazie ai sui lavori, sempre di ottimo livello, e soprattutto grazie alla ritrovata voglia di suonare dal vivo, portando avanti più progetti contemporaneamente (con i Gang, Daniele Biacchessi e Michele Gazich). Il suo zoccolo duro di fan non lo aveva mai abbandonato, ed il farsi vedere spesso in giro gli ha permesso di ampliarlo ulteriormente.
Non riempirà gli stadi, o non vincerà dischi d’oro, ma nel campo del rock d’autore, Priviero ha una voce che ha ben pochi rivali, e la stessa cosa si può dire dei suoi testi, colti e densi di significati. E’ un artista sincero, che trae energia dal suo pubblico e che al suo pubblico riesce a ritrasferirla. Il concerto dell’Alcatraz ne è stata la conferma. Una ventina di brani che hanno privilegiato giustamente la sua ultima fatica, pur senza dimenticare il passato. Non sono mancati ospiti prestigiosi come Michele Gazich (violino), Giancarlo Galli e Keith Easdale (cornamuse). Emozionante cameo anche per Tommaso, figlio di Massimo, che ha accompagnato con la chitarra acustica il padre in un brano. La band di Priviero è molto valida e rodata e l’aggiunta, in molte canzoni, della fisarmonica di Riccardo Maccabruni ha dato un tocco più roots in un contesto comunque molto energico e coinvolgente. Ottima serata quindi, che ha premiato tutto il pubblico presente.
Stefano Tognoni
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