(ParmaFrontiere / Ird)
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L’esperimento contrabbasso e voce femminile, già sperimentato in Italia con il progetto Musica Nuda, si estende anche al jazz. Un genere che però sposa spesso e volentieri la musica colta. Diana Torto e Roberto Bonati, compositore delle musiche, entrano infatti in un ambito dove l’essenzialità è un vero e proprio stile. Un suono in cui entrano elementi primordiali (imitazioni della natura), disegni melodici medioevali, prassi sperimentale del 900, jazz vero e proprio. Queste composizioni sono una vera e propria sfida per gli esecutori, in particolare per la voce di Diana Torto, costretta ad affrontare varie altezze e dinamiche con l’improvvisazione sempre mantenuta nei binari precisi tracciati dal contrabbasso di Bonati. Non è forse un disco da mettere nel lettore Cd dell’auto (la soglia dell’attenzione musicale rischia di non essere sempre alta), ma in casa e con un impianto adeguato può sviluppare al meglio le proprie sonorità. Un progetto di qualità, che riteniamo renda di più con l’ascolto dal vivo.
Michele Manzotti
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