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Special

Bucketfull Of Brains

11 dicembre 2014 by Michele Manzotti in Special
www.bucketfullofbrains.net
www.bucketfullofbrains.com

E’ molto interessante l’esperienza del marchio Bucketfull Of Brains. Infatti è il nome di una rivista musicale con base a Londra e si occupa, come spiega il sottotitolo, di “rock, garage, psych, folk-rock, pop, rock’n'roll”. Fondata da Nigel Cross nel 1979 si è distinta per una linea editoriale molto apprezzata da musicisti quali R.E.M. e Robyn Hitchcock che si sono divertiti a formare una band chiamata Nigel and The Crosses durante un tour del gruppo americano. Dal 2010 è nata un’etichetta con lo stesso nome distribuita in Inghilterra dalla Proper. Il marchio organizza serate al 12 Bar Club di Denmark Street a Londra per promuovere i propri artisti. Dal catalogo  Bucketfull Of Brains abbiamo scelto due album.

Da non confondersi con l’omonima band anglo-norvegese attiva tempo fa, The Snakes sono un gruppo britannico di Americana. Questo The Last Days of Rock’n'Roll però ha anche altre influenze come il folk di Oltremanica e il rock alla Mott The Hoople. Attivi discograficamente dal 2006, sono giunti al terzo album. L’ascolto è molto gradevole, i brani sono ben costruiti e resta la voglia di ascoltare la band dal vivo, situazione che a parer nostro li valorizza rispetto a quanto si percepisce dall’incisione. I componenti sono Simon Moor alla voce e alle chitarre, Richard Davies alle chitarre, John O’Sullvan al basso e alle tastiere e Chris Jones alle percussioni che si circondano di molti musicisti ospiti nel disco. Consigliamo l’iniziale Too Hard, le melodiche Three Little Wishes e Guardian Angel, Make Mine a Broken Heart che guarda alla lezione degli Eagles, la rock-blues Here We Go Again.

Questo album cantautorale nasconde una sorpresa. Trent Miller è infatti italiano, precisamente di Casale Monferrato. Non sveleremo il suo vero nome, anche perché ormai si è immerso in pieno nell’atmosfera musicale anglosassone (vive attualmente in Inghilterra). La sua cifra stilistica è legata ai folksinger di Oltreoceano dove le lezioni dei grandi nomi vengono assorbite e trasformate in modo personale. Una ricerca di un proprio genere Americana che non è ancora arrivata al traguardo, ma che è su una strada eccellente. Basti sentire già la prima traccia che dà il titolo all’album dove si percepiscono sonorità tex mex o le malinconiche Sands of Time e Boulevard of Souls, ma anche la più ritmata Your Black Heart, mentre What Colour Is The Night e On The Stone Beach guardano al Neil Young acustico. Voce adatta per i brani e ottima band a sostenerlo. Da seguire con attenzione.

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