(Dixiefrog / Ird)
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Il blues per Eric Bibb è un’importante punto di riferimento. Nato e cresciuto con questo stile in casa (grazie al padre Leon) e nel sangue, Eric non si è mai allontanato da esso anche dopo la sua scelta di vivere nell’Europa del Nord. La sua discografia corposa, il cui inizio risale al 1972, si aggiunge di un nuovo titolo in cui ribadisce la fedeltà al genere. Un omaggio, nel titolo, a un discorso celebre di Martin Luther King e alla caratteristica popolare del suono blues. Magari da un punto di vista strettamente stilistico non è un album omogeneo, un fatto dovuto sia alla maturità del musicista che si può permettere sonorità differenti sia a fatto che molti ospiti danno il loro contributo al disco. Ricordiamo per primi i meravigliosi Blind Boys of Alabama presenti in I Heard The Angels Singin’ e Needed Time (dove compare anche Taj Mahal), Leyla McCalla (musicista di origini haitiane) nella ballata melodica conclusiva Where Do We Go e Popa Chubby in versione roots nell’iniziale Silver Spoon. Tra classici e composizioni originali segnaliamo la nostra preferenza per i pezzi già citati oltre a Driftin’ Door to Door, Chocolate Man nello stile di Willie Dixon, l’acustica Out Walking. Certo, Bibb non ha bisogno di dimostrare altro che la sua classe ormai riconosciuta, ma apprezziamo la sua voglia di continuare a divertirsi suonando il blues. Un pregio non da poco.
Michele Manzotti
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