(Sound Records)
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C’è una grande passione che ha originato questo disco. Quella per Miles Davis. D’altra parte il trombettista fiorentino Franco Baggiani, che ha al suo attivo una vasta discografia iniziata nel 1994, aveva già omaggiato l’autore di Kind of Blue nel precedente My Way Through The Jungle. Con Memories Of Always Baggiani prosegue quindi la sua ricerca musicale sulle orme del grande solista. Ad affiancare il trombettista sono Giacomo Downie al sax baritono, Adriano Arena alla chitarra elettrica, Lorenzo Forti alla chitarra basso, Fabio Ferrini e Alessandro Criscino alle percussioni e Alberto Rosadini alla batteria. Stavolta però, nonostante ci sia un brano davisiano come Black Satin tra le sette tracce, lo sviluppo dei brani originali di Baggiani è più ampio dal punto di vista stilistico. La base da cui parte Baggiani è quella del funky jazz, suo marchio di fabbrica sin dall’esperienza Urbanfunk, sottolineata anche dalla presenza di due percussionisti oltre al batterista. Ma basta già ascoltare la seconda traccia, la lunga Ghebus Suite per percepire una forte impronta sperimentale legata alla musica colta del XX secolo e al free jazz. Una prassi che si ritrova in A Series Of Coincidence con un dialogo serrato tra i due fiati. Mentre l’iniziale Ob-session e soprattutto Etnop-The Chinese… sono legate al funky. Un album variegato e interessante che non si rivolge al facile ascolto ma che può al tempo stesso interessare vari appassionati oltre al jazz.
Michele Manzotti
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