Sugaray Rayford (c) Luca Lupoli
www.bluesfestival.ch
How strange that, Lucerne, the wintertime European capital of the Blues, has witnessed its Blues festival blossoming over the last two decades. Actually, isn’t that strange. Nested in a tiny yet superb lake – the Four-canton Lake – surrounded by a spectacular overview of the Alps, Lucerne and Lucerne Blues Festival are the reflection of the each other: neat, meticulously organized and reliable. The festival lives up expectations with a variety of good, often excellent, Blues in an atmosphere that has always maintained a sort of self-confidence and cosiness. Bearing in mind the quality and quantity of the offer, prices have always been reasonable, even in bad times for the global economy. Clearly, musicians, as well as the public, feel comfortable in Lucerne: you can eat, drink, buy the music of your preferred artist, having it signed and even take pictures. On the other hand, there is never a dull moment as the festival organization always cooks, on two different stages, a highly spiced mix of styles, good old acoustic Blues, new Chicago outfits, soul and rhythm’n’blues major stars. And Zydeco! In this 20th edition, there have been many highlights. From artists like Delbert McClinton, Otis Clay, Jimmy Johnson you expect nothing but the very best, and we were not disappointed. A special mention should be made for Sugaray Rayford with Bob Corritore: maybe their show lacked of finesse but was great fun!
Jimmy Johnson (c) Luca Lupoli
Dopo il tradizionale concerto gratuito del mercoledì sera, la serata di giovedì comincia con Richerd Koechli and the Blues Roots Compagnie, un gruppo locale di buona levatura e fama. John Németh è, per gli standard Blues, un cantante relativamente giovane che ha maturato un Blue-eyed Soul personale – buona “Blues in my heart”, mentre una cantante che non ha bisogno di presentazioni è Trudy Lynn, piuttosto conosciuta sui palchi europei. La sua Revue non propone nulla di veramente originale ma la solidità dell’insieme e il navigato talento della Lynn bastano a fornire uno spettacolo – come in “Down in Memphis” trascinante. Chiudeva la prima serata sul set principale Mississippi Heat, l’outfit dell’armonicista Pierre Lacocque, un valore sicuro del Chicago Blues attuale, con Beddy Eyes Smith alla batteria e Micheal Dotson alla chitarra, già visto a Lucerna con Magic Slim – suonava nel suo Black Tornado. Ma anche l’altro chitarrista – Andrew Osis – s’è fatto valere. Particolarmente intensa “Blues for George Baze”. Lacocque conferma il livello d’eccellenza che ha raggiunto con questo gruppo. Per coloro che amano fare tardi, Cyril Neville cominciava alle una della notte il suo concerto al Casineum. Kara Grainger ha aperto la seconda serata con un set tra il Southern Rock e Americana impregnate di Blues, molto Blues. Kara è bella e giovane, due caratteristiche che i puristi non amano, ma ha una bella voce. Non ha avuto paura ad affrontare classici come “Help me” spalleggiata da Kirk Fletcher e “So many Roads”. Piu’ che una scoperta è sembrata una certezza. Con Jimmy Johnson è un pezzo di storia della musica afro-americana che onora il festival di Lucerna. La Dave Specter Band e il sassofono di Sam Burckhart hanno degnamente accompagnato questo grande artista, fratello maggiore di Syl Johnson, che forse non ha ottenuto un riconoscimento adeguato soprattutto dalla critica. Oggi, a quasi 90 anni, fa piacere vederlo ancora in piena forma come se il tempo si fosse fermato. “Cold cold feeling”, “Feel so Bad”, “Black Cat Bone”, cantate splendidamente da Johnson, hanno messo in mostra anche la qualità di Specter e i suoi musicisti, Binder e Terson alla sezione ritmica, oltre al già menzionato Burckhart. Un grande show! Il binomio Otis Clay-Johnny Rawls crea aspettative importanti e il secondo, allievo di un altro grande cantante soul – O.W. Wright – certo aiuta Otis Clay a sopportare la fatica di essere sul palco. Infatti Clay, amatissimo a Lucerna dove ha registrato un album dal vivo, non si risparmia e i suoi show spesso trascendono in un’esperienza mistica. E’ piaciuto anche Rawls, un musicista un po’ snobbato dai puristi Blues per via di questa sua inclinazione molto Soul e rilassata. A fine serata, rombano The 44’s con Kirk Fletcher: il loro look ma soprattutto il sound, un Chicago Blues tirato allo spasimo, limata un po’ le capacità di Fletcher, uno dei migliori chitarristi che sia in circolazione, però in fondo si lasciano ascoltare, specialmente su pezzi come “Low Down”. Officia al Casineaum Bonny B., uno svizzero d’origini cambogiane che meriterebbe d’esser maggiormente conosciuto.
John Németh (c) Luca Lupoli
La terza sera comincia dove era finita la seconda: Sugaray Rayford & Band con Bob Corritore all’armonica che il venerdi’ avevano a notte fonda già sbancato il Casineum. Sarà anche che hanno iniziato il loro concerto con un pezzo “funky”, “Pass the Peas”, vecchio trucco per scaldare la platea. Sugaray Rayford riempie la scena da solo, con una voce potente e un fisico imponente, gigione il giusto. La sua band lo segue da vicino, in un insieme compatto pieno di groove. Insomma, avrebbero fatto un bel concerto anche senza Bob Corritore, per il quale vale quello detto sopra per Fletcher: come Corritore in giro c’è ne sono pochi: in una versione al calore bianco di “Born under a bad sign” ha messo seduti molti suoi colleghi. Cyril Neville è il quarto, quindi il più giovane dei fratelli Neville, ma non tradisce le sue origini: il suo è uno Swamp Blues originale che il suo chitarrista tira verso il rock mentre la sezione ritmica vorrebbe partire per altri lidi. Delbert McClinton, cantante e autore, con un gruppo scoppientante dove si sono particolarmente messi in luce la sassofonista Dana Robbins e il suo compare Quentin Ware alla tromba. McClinton è un artista da vedere assolutamente perché la sua musica è radicata nella tradizione popolare americana: country, Blues, Soul e Rock. Nonostante il suo status di star, Delbert è noto per la sua modestia e accessibilità, parlava con tutti, firmava autografi, foto senza nessuno problema. Un grande personaggio. Non vanno dimenticati un grande momento di musica della Louisiana, con Buckwheat Zydeco, che a Lucerna chiude tradizionalmente il festival mentre al Casineum abbiamo ascoltato i vincitori dell’European Blues Challenge, i catalani A Contra Blues.
Luca Lupoli
Tagged blues, Jimmy Johnson, John Németh, Lucerna, Lucerne, Luzern, Mississippi Heat, Pierre Lacocque, Sugaray Rayford