(Black Bear Records) http://www.railroadearth.com
Se riuscite ad immaginarvi uno strano luogo al confine tra il country e il progressive, quel luogo vi avvicinerà allo stile e allo spirito dei Railroad Earth.
Con sette album alle spalle e una carriera più che decennale, la formazione, originaria del New Jersey, mette a segno un album che inizia rispettando i canoni di bluegrass e americana per poi far spazio ad influenze inglesi e celtiche e quindi evolversi, nella sua sezione centrale, verso qualcosa di totalmente diverso, molto più legato al progressive e al filone delle jam band.
All That’s Dead May Live Again è una vera e propria suite in più parti, strumentale, in cui il violino di Tim Carbone ha modo di mettersi più che mai in mostra. Un tipo di brano che certo non ci si aspetterebbe in un album che era iniziato ingranando la marcia del country classico e del blues. La segue Face with a hole, più breve ma nello stesso stile, mentre nella parte conclusiva Railroad Earth tornano nuovamente alle canzoni. L’idea è buona e molto personale, anche se il risultato un po’ disomogeneo.
Giulia Nuti
Tagged Americana, bluegrass, Country, folk, New Jersey, progressive, USA