(Irma Records)
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Per coloro che conoscono la storia di Ernesto de Pascale, il nome di Francesco Gazzara non è nuovo. Il tastierista romano è stato infatti tra i protagonisti dell’esperienza Hypnodance con l’inconfondibile suono del suo organo. Dell’attività di Gazzara il Popolo del Blues si è occupato più volte, ma è con estremo piacere che parliamo di questo tributo tutto particolare ai Genesis. Perché difficilmente si trova un album dove il rapporto tra cervello e cuore, razionalità e passione, è così stretto. La musica dei Genesis, oggetto di culto per tantissimi fan con l’Italia in prima linea, nel caso di Play Me My Song-Gazzara plays Genesis è oggetto di una destrutturazione accurata per poi essere ricostruita con altrettanta cura nelle riletture del musicista. Esecuzioni che hanno alla base un lavoro sul gran piano Boesendorfer nella hall della Radio Vaticana con le successive sovraincisioni di Fender Rhodes e Hammond e la partecipazione di Dario Cecchini (flauto e sassofoni), Fabrizio Paoletti (violino), Giulia Nuti (viola), Giorgia Pancaldi (violoncello). Nel doppio album, disponibile anche in vinile, Gazzara rilegge sia il periodo con Peter Gabriel in formazione, sia quello successivo che diede al gruppo il grande successo commerciale. La sensazione che si ha all’ascolto è che la musica della formazione sia classica non tanto e non solo nel senso di colta e che abbia ormai aperto una breccia nel patrimonio di tanti ascoltatori. Il pianoforte è un mezzo fondamentale in questa impostazione ma le altre sonorità sono importanti così come lo è il caleidoscopio di quelle dei brani originali. I titoli che evidenziamo sono Firth of Fifth, Mad Mad Moon, After The Ordeal, The Knife. Ma tutto il progetto è da ascoltare dall’inizio alla fine, in religioso silenzio.
Michele Manzotti
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