(Forty Below Records)
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Direttamente dalla Swinging London degli anni ’60 giunge dalla Forty Below Records di Los Angeles un documento inestimabile per tutti gli amanti del British Blues. Si tratta di una serie di registrazioni dal vivo di John Mayall e dei suoi Bluesbreakers effettuate nel corso di alcuni concerti londinesi nel 1967, che lo stesso Mayall ha potuto acquisire e dare alle stampe solo recentemente. Diversi mesi prima di questi concerti la band si era trovata a dover sostituire improvvisamente l’irrequieto Eric Clapton con il giovane e misconosciuto Peter Greenbaum. Nonostante l’eredità dal peso schiacciante Greeny si conquistò presto il favore del pubblico, grazie ad carattere umile ed un talento fuori dal comune. Live in 1967 è quindi una testimonianza esemplare del British Blues di quel periodo: 13 tracce dal suono fortemente elettrico tra composizioni originali e classici, che spaziano da umori beat (Streamline, Hi Heels Sneakers) a potenti strumentali (The Stumble) fino a celeberrimi slow blues (I Can’t Quit You Baby, Stormy Monday). John Mayall (voce, tastiere ed armonica) è in forma strepitosa, e la sezione ritmica formata da Mick Fleetwood e John McVie – futuri Fleetwood Mac – non è da meno. Ma su tutti spicca Peter Green con la sua Gibson Les Paul, intento a forgiare uno suo stile personalissimo ed immensamente lirico: è sufficiente ascoltare la ripresa struggente di Double Trouble (a firma di Otis Rush) per avvertire il tocco evidente di un musicista che diventerà unico, negli anni a venire, per sensibilità e capacità espressiva.
Pietro Rubino
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