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Il taglio, Cut, è il leitmotiv del progetto nato dapprima in trio e sviluppatosi in quartetto. Al giapponese Merbow (nella foro in home page, ovvero Masami Akita), al sassofonista svedese Mats Gustafsson e al batterista ungherese Balazs Pandi si aggiunge il chitarrista Thurtson Moore il cui nome è legato all’esperienza Sonic Youth. Cuts of Guilt, Cuts Deeper E’ un doppio Cd formato da quattro lunghe tracce, a loro volta delle piccole suite elettroniche dove il suono viene quasi scolpito, tagliato appunto, dai quattro musicisti. Gustafsson è legato alla prassi del free jazz nell’iniziale Replaced by Shame-Only Two Left, mentre è interessante il lavoro di Pandi in Divided by Steel. Dedicato a chi ama l’elettronica e adatto a essere sottofondo per arti visuali.
Spanish Donkey, nome di uno strumento di tortura, è un progetto del chitarrista e contrabbassista Joe Morris e del tastierista Jamie Shaft, collaboratore di John Zorn. In questo Raoul si aggiunge il batterista Mike Pride, già collaboratore di Anthony Braxton. Sono tre le tracce che compongono l’album: più che composizioni vere e proprie tre fasi di improvvisazione. Tra echi canterburiani, reminscenze prog (Behavorial Sink) e free jazz estremo Raoul è una prova di bravura che ha bisogno di un’espressione live per essere apprezzata al meglio. Questo perché non rimanga un esercizio (ottimo comunque) di stile.
Michele Manzotti
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