(Blue Dot Records)
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Chi li ha potuti vedere a Porretta Soul 2014 e 2015 e a Umbria Jazz 2015 non si stupirà certo della qualità di questo disco. Eppure, tolti da cornici dove l’esecuzione di classici è obbligatoria quanto gradira, i componenti della Bey Paule Band dimostrano in quest’ultimo album (il terzo della loro produzione) la loro qualità di esecutori su brani originali. Il risultato è una sorta di simbiosi tra una band di otto persone più gli ospiti e la struttura del pezzo eseguito. Un tessuto sonoro fatto dalla ritmica (Paul Olguin al basso, Paul Revelli alla batteria) dalle tastiere (Tony Lufrano), da una sezione fiati che rasenta la perfezione (il Grammy award Mike Rinta al trombone, Nancy Wright al sax, Tom Poole alla tromba) oltre che dalla voce di Frank Bey e dalla chitarra di Anthony Paule. Bey è nato in Georgia e a 17 anni va a Philadelphia come autista di Gene Lawson, pubblicitario di Otis Redding che gli fa aprire un paio di concerti. Negli anni ’70 è il cantante dei Moorish Vanguard ma interrompe l’attività quando James Brown intenta una causa alla band per crediti non riconosciuti. In tempi recenti il conduttore radiofonico Noel Hayes gli fa incontrare Anthony Paule e nasce così la sua band. Paule aveva lavorato in precedenza con Bo Diddley, Louisian Red, Brownie McGhee, Maria Muldaur, Charlie Musselwhite e tanti altri musicisti importanti della scena blues di Oltreoceano. Inoltre il suo album “Soul For Your Blues” ha ricevuto due BMA (Blues Music Awards) nominations. Con questa solidità ed esperienza la band si muove a suo agio in questo disco dove compare spesso la firma della produttrice Christine Vitale. L’energia e la classe si notano subito nella prima traccia Black Bottom, in Right in Front of You, nelle ballate Next To My Heart e Nobody’s Angel dal sapore gospel, nel blues della traccia titolo, in Noel Haze ispirata allo stile di Booket T & The M.G.’s. Se qualcuno si sentisse orfano della Blues Brothers Band, questo è un porto sicuro dove approdare.
Michele Manzotti
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