(Act / Egea)
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Di Lars Danielsson, bassista e violoncellista svedese, abbiamo già parlato in questo sito. Non così della moglie, la cantante Caecilie Norby. Anche perché musicalmente sono andati per lungo tempo ognuno per la sua strada. Norby è stata una cantante funk e jazz di primissimo piano in Danimarca, fino a quando si è trasferita in America, molto prima che altre cantanti scandinave seguissero il suo esempio. È diventata la prima artista femminile europea a firmare con l’etichetta Blue Note, un’occasione che l’ha portata a lavorare con stelle internazionali come Mike Stern e Chick Corea. Anche lo svedese Lars Danielsson ha un’importante carriera internazionale legata al suo nome, considerato come uno dei più significativi musicisti jazz europei. Proprio di recente Danielsson ha ricevuto il premio ECHO Jazz 2015 come miglior bassista internazionale in Germania. I due hanno intrapreso una nuova avventura insieme con un album tra standard di lusso (Both Sides Now a inizio disco e Hallelujah al termine) e originali. Le capacità tecniche sono indiscutibili, anzi nella dimensione duo si apprezzano maggiormente perché non ci sono altri strumenti o sovrapposizioni (se non minime per qualche controcanto). La voce di Norby è elegante e molto legata alla melodia, mentre Danielsson la utilizza in funzione di dialogo oltre che di accompagnamento con i suoi strumenti. Risulta così un album dall’atmosfera quasi classica, di meditazione intorno al singolo brano. Le tracce originali più significative in questo senso sono Liberetto Cantabile, Toccata, Sarabande, mentre il carattere jazzistico si apprezza in Double Dance e Wild Juju Child. Un’incisione che può essere apprezzata da vari tipi di ascoltatori.
Michele Manzotti
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