www.davidgilmour.com
Foto (c) New Press Photo Firenze
I motivi di un tutto esaurito da mesi erano scontati. E tra questi non c’era sicuramente il nuovo album solista (Rattle That Lock in uscita il 18 settembre) che comunque aveva acceso la miccia del nuovo tour. Potrebbe bastare il fatto che David Gilmour incarna i Pink Floyd e tutto ciò che ne consegue dal punto di vista storico-musicale e da quello affettivo da parte di milioni di fan. A questo però si aggiunge una maestria tecnica che vede il chitarrista saper entrare in ogni brano plasmandolo a sua immagine, pur in contesti stilistici differenti. Per non parlare di una voce che sembra migliorare con l’età, sicura nei registri medio e basso.
Parlavamo di tutto esaurito, con le date di Verona e Firenze prese d’assalto sin dall’inizio delle prevendite. Per quanto riguarda la data fiorentina all’ippodromo del Visarno, questa coincideva con l’anniversario della scomparsa di Richard Wright, tastierista storico dei Floyd e già presente sul palco nel 2006 in piazza Santa Croce a Firenze per il tour di On a Island. Non ci sono state dediche specifiche, ma l’inserimento nel tour di Coming Back to Life ha forse voluto dare forza alla lettura del periodo post-Roger Waters della formazione quando Gilmour e Wright si erano liberati di una personalità ingombrante. Parlando di tour per il nuovo album, non sono mancate le proposte per lanciarlo. Dalla traccia titolo, all’intro potente di 5 A.M., dal curioso valzer quasi circense Faces of Stone, al jazzato di The Girl In The Yellow Dress.
Poi, inevitabile e oggetto del desiderio oltre che del prezzo del biglietto, la Greatest Hits dei Pink Floyd. Brani eseguiti a beneficio della memoria del pubblico, per la massima parte formato sui dischi. Ed ecco dunque Wish You Were Here, Shine On You Crazy Diamond, Money, Us and Them, una straordinaria Fat Old Sun con un cambio di marcia sonoro da brivido, ma anche gioielli come Astronomy Domine e High Hopes per non parlare del gran ritmo di Run To Hell posta nel finale prima dei bis.Che tra l’altro erano Time e Breathe da Dark Side Of The Moon e la classica conclusione di Comfortably Numb. Band da incorniciare a partire dal bassista Guy Pratt, al sassofonista Theo Travis e al chitarrista Phil Manzanera, ex-Roxy Music e anche lui a Firenze nel 2006. Pubblico in delirio e non poteva essere altrimenti. Finché professionisti del genere sono in circolazione, il popolo del rock può dormire sonni tranquilli.
Michele Manzotti
Tagged David Gilmour, Phil Manzanera, Pink Floyd, Richard Wright