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Recensioni

Etruschi From Lakota – Non Ci Resta Che Ridere

6 settembre 2015 by Giulia Nuti in Dischi, Recensioni
(Phonarchia dischi)

Gli Etruschi From Lakota vengono dalla provincia di Pisa (Montecastelli Pisano) e sono Dario Canal (voce), Simone Sandrucci (chitarra elettrica, slide, banjo, armonica), Pietro Marini (chitarra acustica e 12 corde), Diego Ribechini (basso), Luigi Ciampini (batteria).
Nati nel 2011, alle spalle hanno un disco d’esordio pubblicato nel 2013, “I Nuovi Mostri”, al quale replicano a due anni di distanza con questo “Non ci resta che ridere” (parodia del titolo del film “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi, evocato anche nella title track in cui, come nel film, si paventa la possibilità di fermare Cristoforo Colombo per evitare lo sterminio degli indiani).
Il riferimento a Benigni non è del tutto casuale. La band si arma della miglior ironia toscana per vincere una delle sfide più ardue del mondo delle 12 battute: fare blues con testi in italiano.
Toni sarcastici e un gusto marcato per il citazionismo fanno sì che gli Etruschi sfoderino una miscela originale che permette loro non solo di evocare il sound dei testi anglosassoni, ma di veicolare dei contenuti ben precisi. Se da un lato scherzano al confine della parodia dell’Inglese in Cornflakes, dall’altro sfiorano l’idea del concept e scavano ben più in profondità raccontando le vicissitudini del contadino Abramo, tra il legame con la terra, la religione e la morte. Strumenti alla mano, macinano un convincente misto di blues (V.I.V.O), rock n’ roll (Abramo), garage (la già citata Cornflakes), country (San Pietro), suonato con piglio e credibilità. Una marcia in più è data dall’aggiunta delle chitarre slide, dell’armonica e del banjo che ci trasportano da Pisa direttamente nelle atmosfere d’oltreoceano.
Se da un lato il nome richiama all’America dei Sioux (Lakota), dall’altro i Nostri sono, tuttavia, genuinamente “Etruschi”. Tra cantati alla Rino Gaetano e faccia tosta alla Skiantos firmano un secondo lavoro che promette bene e sfugge con intelligenza alla tentazione dell’esterofilia.

Giulia Nuti