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Dai vagoni della metropolitana di Parigi ai Victoires de la musique (l’equivalente dei Grammy in Francia). Eppure è inglese, originario di un sobborgo londinese da cui è scappato per l’impossibilità di sfruttare le sue doti artistiche. Benjamin Clementine, 27 anni, sarà in italia per un minitour che toccherà Firenze (teatro Puccini, 17 novembre) e Milano (Auditorium Verdi, 18 novembre). Cantautore raffinato, il cui stile ha conquistato un personaggio come Paul McCartney, Benjamin sarà sul palco con i brani del suo album At Least For Now, tra cui la hit Cornerstone.
Lei suonava fino a pochi anni fa nel Metro di Parigi. Come è nata la sua carriera di musicista professionista?
«E’ stato casuale, i miei brani sono piaciuti ad alcuni passeggeri che mi hanno filmato con il cellulare. Poi i clip devono essere finiti nelle mani giuste di qualcuno, ed eccomi qui».
Ascoltando i suoi brani sembra che molta ispirazione derivi dai grandi pianisti-cantautori. Quali sono le sue fonti?
«Dato che arriverò in Italia mi piace pensare alle belle melodie di Giacomo Puccini o anche al modo di esprimere la musica che aveva Lucio Dalla. Però ci sono tanti altri musicisti e stili che ho ascoltato negli anni. Anche molta musica classica».
Forse è per questo che accanto al pianoforte si ascoltano molti strumenti ad arco nei suoi brani. Sceglie lei gli arrangiamenti?
«Non sono in grado di leggere o scrivere musica. Però tutte le canzoni dell’album sono mie e ne ho voluto seguire la lavorazione».
Quali storie le piace raccontare? Quelle della vita di tutti i giorni o altre che ha vissuto personalmente?
«Entrambe, dipende dall’ispirazione del momento. Su ogni situazione che mi sembra adatta inizio a lavorare per costruire un brano. Sì, parlo molto di me, ma anche degli altri».
Come si presenterà sul palco?
«Quando suonavo in metropolitana per ovvi motivi usavo la chitarra. Ma il mio strumento è il pianoforte».
Michele Manzotti
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