(Goodfellas Records)
Pagina Facebook Deadshrimpband
Sarebbe riduttivo ascrivere il secondo album dei Dead Shrimp alla categoria “delta blues”. E’ indubbio che la radice del loro suono sia proprio in quello stato della mente in cui il Mississippi, l’Africa più ancestrale ed il bottleneck regnano sovrani. Eppure l’ottimo “How Big is Your Soul” li trova sempre più determinati nel trattare il blues come un mezzo, un linguaggio fondante ma non esaustivo. E’ grazie allo sforzo congiunto di tutti e tre i membri del gruppo che il Gambero travalica agevolmente generi e sottogeneri: probabilmente consumerete anche voi la splendida ballad “Go Down Sun”, in cui la voce di Sergio De Felice mostra una complessità rara anche tra gli “shouters” del genere; dal canto suo Alessio Magliocchetti Lombi sa come mettere al servizio della musica una mirabile tecnica chitarristica, senza mai risultare auto referenziale – il lisergico tessuto elettro-acustico di “Parallel Lines” è esemplare in questo senso. “Rolling Back” ci mostra infine il ruolo ormai imprescindibile delle percussioni nel suono complessivo del trio – e di questo va dato merito a Gianluca Giannasso ed al suo drumming potente e sottile nello stesso tempo. Insomma, How Big Is Your Soul è già un lavoro fatto e finito, nella sua missione esplorativa. E se i Dead Shrimp sapranno mantenere la coerenza di suono che li caratterizza proseguendo nel contempo nel visitare altri vicinati sonori (viene in mente in questo senso l’instancabile opera di Ry Cooder), il loro prossimo disco – a cui stanno già per mettere mano – potrebbe veramente costituire un unicum nella discografia italiana di blues ed affini.
Pietro Rubino
Tagged blues, blues italiano, Dead Shrimp