(Bloodshot Records / Ird)
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La sua storia è sicuramente interessante. Non solo perché si chiama all’anagrafe Barry White, ed essendo un nome impegnativo ne ha scelto un altro d’arte, ma anche perché il cantante della Florida ha scelto un modo tutto suo per interpretare il soul e il rhythm’n'blues in modo elettrico. Voce roca, chitarroni e hammond B3, Barrence fa dei generi citati in precedenza uno strumento per graffiare più che per assecondare l’ascoltatore. La formula però funziona a partire da Willow, per arrivare a The Claw, Incarceration Casserole e Angry Hands entrambe mediate da influenze beat britanniche, e al jump di I’m a Good Man. Originale e piacevole, per coloro a cui piacciono le sonorità diverse dal solito.
Michele Manzotti
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