(Stop Records)
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Da suono tutto sembrerebbe tranne quello che è realmente: un trio con base a Sant’Arcangelo di Romagna con un cantante-chitarrista (Alejandro Baigorri) di origine argentina.Jarred the Caveman, completato da Matteo Garattoni al contrabbasso e da Luca Guidi alla batteria, infatti è un progetto che musicalmente guarda oltre i confini italiani, ai monti Appalachi o al Texas ma con un tocco di psichedelia tipicamente urbana. Il risultato è un suono gradevole, attuale e non scontato. Se la definizione che viene data loro è indie-folk, riteniamo che questa sia però riduttiva. Perché si percepisce un lavoro di ricerca e una voglia di comporre canzoni diverse l’una dall’altra. Ricordiamo l’atmosfera di Troubles (che in parte evoca progetti come Leisure Society), Still Burnin’, Red Wire dall’efficace cambio di volume e sensazioni sonore, l’intimista Like a Broken Toy. Un disco d’esordio molto interessante da ascoltare grazie ai suoi spunti e un progetto dagli ottimi margini di miglioramento e crescita.
Michele Manzotti
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