(Blue Note Records)
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Negli anni ’60 il polistrumentista Charles Lloyd apparteneva a quella schiera di musicisti jazz particolarmente vicina al mondo del rock e della controcultura giovanile. Le cronache del tempo ci raccontano, ad esempio, di sue frequenti comparsate come ospite dei gloriosi Grateful Dead, entusiasta nel prendere parte alle loro avventurose sperimentazioni lisergico-musicali. Charles è stato anche un importante talent scout, capace di valorizzare pionieri del calibro di Gabor Szabo, Keith Jarrett, ed altri. 50 anni dopo, quella voglia di esplorare e condividere è rimasta immutata. I Long To See You è un lavoro che parla più al cuore che alla testa. Lungo le 10 tracce dell’album si snoda un percorso immaginifico votato alla ricerca della pura melodia e della bellezza del suono. Il viaggio è scandito da un repertorio che risponde a pieno titolo a tale urgenza espressiva, alternandosi tra riprese di vecchie incisioni (“Sombrero Sam”, “Lla Corona”) e riletture di celebri folk-songs (l’ipnotica “Shenandoah” su tutte). Compagni di meditazione sono i Marvels (all-star band che ruota attorno al nucleo ritmico del New Quartet, Reuben Rogers al basso e Eric Harland alla batteria): chi conosce Charles Lloyd (ed il suo debole per lo strumento – chitarra) non si stupirà più di tanto di trovare come comprimari Bill Frisell e Greg Leisz (alla pedal steel). Completano un quadro già di per sé singolare, due camei vocali firmati Willie Nelson e Norah Jones. Insomma, una “angel band” in cui statura artistica e maturità musicale vanno di pari passo. Nella squisitezza generale spiccano - oltre alla succitata “Shenandoah” – la ripresa della dylaniana “Masters of War”, il delicatissimo trattamento di “You Are So Beautiful” (complice lo splendido, etereo sussurro della Jones) e la lunga, introspettiva “Barche Lamsel”. In definitiva, un lavoro che forse lascerà un po’ di amaro in bocca agli amanti del Charles Lloyd più sperimentale ed ardito, ma ci rivelerà – cosa ben più preziosa – qualche altro spiraglio dell’anima di questo infaticabile psiconauta.
Pietro Rubino
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