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Danny Bronzini: “Suonare con Jovanotti, che esperienza. Ma ora torno al Blues”

26 febbraio 2016 by Michele Manzotti in Interviste

Pagina Facebook Danny Bronzini

Dai club agli stadi. Un viaggio di andata e ritorno, magari da ripetere più volte. Perché Danny Bronzini, cantante-chitarrista ragazzo prodigio del rock blues, è arrivato alla corte di Jovanotti direttamente dai piccoli locali e dai festival blues. Una benedizione importante al di là dei gusti musicali, perché Danny, 20 anni, di Pisa, ha potuto toccare con mano lo showbiz misurandosi con le sue regole, ma anche con il suo fascino. Oggi Danny torna alle origini presentando i brani dell’album Waiting For Something Special (Musicastrada).

Quella con Jovanotti è stata un’esperienza importante. Cosa è rimasto di tutto ciò nel tuo lavoro attuale?

«Mi ha sicuramente cambiato: ho imparato ad ascoltare in modo diverso e ad affrontare la musica sotto altri punti di vista. Ho quindi portato un po’ di questa lezione anche nella mia attività quotidiana. Una sorta di aggiunta, ma anche un’evoluzione»

Quando da un piccolo palco da club ti sei trovato a esibirti in stadi e palasport cosa hai pensato?

«E’ stato veramente un grande salto, tanto che è praticamente impossibile descrivere la sensazione di entrare in un palcoscenico di un tour importante con tutta quella gente ad ascoltarci».

Tra l’altro tu viene da un repertorio blues-rock, come è stato affrontare quello di Jovanotti?

«Io tento di essere più versatile possibile e questo mi ha aiutato. Però è anche vero che Jovanotti utilizza molto il funky e quindi ci sono radici in comune con il blues».

Da una maxi formazione al trio…

«Adesso è un quartetto, dato che ho fatto qualche mutamento nella strumentazione. Comunque è sempre bella la sensazione di suonare la propria musica. Così come mi ha fatto piacere aver potuto suonare con Jovanotti».

A inizio tour sei tornato nella sua città a esibirti. Che sensazione hai avuto?

«Una bellissima emozione, era tanto tempo che non suonavo a casa. E’ venuta tanta gente a festeggiarmi».

Michele Manzotti

 

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