Clichy
www.edizioniclichy.it
Pagine 1980 (2 voll.), prezzo Euro 39,90
Forse qualcuno potrebbe pensare a un esempio di egocentrismo. Specialmente se ricordiamo l’autore come scanzonato personaggio nei programmi tv di Renzo Arbore a partire da Quelli della notte. Dario Salvatori però scrive di musica dall’inizio degli anni ’70 in libri e articoli su quotidiani e periodici. Non risparmiandosi mai quando c’era da polemizzare, ma tuffandosi anche in recuperi importanti come quando è stato protagonista di una stagione bella anche se poco conosciuta dalla Rai come quella di Radioscrigno. «Il Salvatori 2016» (come analogamente «Il Mereghetti» nel caso del cinema) nasce dunque dall’intento di mettere ordine alla grande mole di informazioni raccolte e divulgate in vario modo durante quasi mezzo secolo. L’impostazione è diversa da quella di un dizionario tradizionale della canzone (ricordiamo quello fondamentale della Curcio dedicato unicamente a quella italiana) dove a essere catalogati sono gli autori. In questo caso la scelta cade sul singolo brano e sulla storia che è alla sua origine andando oltre i confini italiani. Generalmente si usa questi volumi per consultazioni occasionali come succede a ogni enciclopedia grande o piccola. Ma stavolta l’ascoltatore allenato e quello curioso trovano dei momenti di lettura gradevole e di pillole che fanno scoprire il successo o la scarsa fortuna della singola canzone. Tutto condito con votazioni che vanno da una a cinque stelle a seconda del valore del brano. Un valore che spesso non è collegato con l’attenzione che un pezzo merita. Ad esempio «J’aime la vie» (una stella) merita una descrizione accurata: si tratta infatti della canzone vincitrice dell’Eurofestival 1986 dove l’Italia non partecipò ma che fu interpretata da Sandra Kim, una cantante italiana naturalizzata belga. Oppure «Rifacciamo il muro di Berlino», che Francesco Baccini firmò nel 1983 e che si merita la stessa votazione. Ci sono anche le storie curiose come la polemica di Bruno Lauzi nei confronti di Paolo Conte in un brano poco conosciuto come «Diano Marina», o «Aria di Neve» di Sergio Endrigo con il riconoscimento ottenuto solo molti anni dopo la sua composizione. Se poi andiamo oltre i confini geografici si parla anche di nazioni come Finlandia, Islanda e Polonia mentre per quelli temporali si risale anche al secolo XIX. Utilissimo infine l’indice finale di autori e soprattutto degli interpreti, spesso artefici della fortuna di un brano.
Michele Manzotti
Tagged Canzone, Dario Salvatory, Dizionario