(Incipit / Egea)
www.giua.it
Torna su disco a lunga durata la cantautrice ligure in dodici tracce arrangiate con Stefano Cabrera dei Gnu Quartet,. Un tessuto sonoro dunque molto ampio, non scontato in un album di cantautorato tradizionale. Infatti il nucleo centrale del suono di questo disco è dato dalla voce e dalle chitarre di Giua, dalla batteria di Rodolfo Cervetto, dal contrabbasso di Pietro Martinelli e dal violoncello di Stefano Cabrera a cui si aggiungono il pianoforte di Tina Omerzo, il violino di Fabio Biale, l’organetto di Filippo Gambetta, il flauto traverso in legno di Michel Balatti. In più ci sono ospiti come Zibba, Pilar e Victoria Vox. I testi e la musica di Giua si caratterizzano per la loro raffinatezza: un elemento che si unisce bene alla voce, tendente alla valorizzazione della melodia. Ricordiamo le belle atmosfere della traccia titolo, di Da lontano (qui è presente Esmeralda delle Voci Atroci), l’umorismo di Tutti vanno via dall’Italia e di Disamore infinito/#taggo voluto bene, la ballata Di questa luna che. Un lavoro confezionato con cura e con passione che si fa apprezzare per i suoi spunti creativi.
Michele Manzotti
Tagged Cantautorato italiano, Giua