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Generalmente è impegnato con la tastiera del suo pianoforte. Ma adesso avrà anche altro da fare, e non sarà un impegno facile. Il fiorentino Simone Graziano (autore di album importanti come Frontal e 35 con il suo quintetto) è stato nominato infatti vicepresidente del Midj, il sodalizio che raccoglie tutti i più importanti musicisti italiani di jazz.
Ci può introdure questa associazione?
«Midj è nata due anni fa, precisamente l’11 marzo 2014 con un’assemblea a Roma. Come presidente fu eletta Ada Montellanico. Recentemente sono state rinnovate le cariche: la presidenza Montellanico è stata confermata e nel direttivo ci sono grandi nomi del jazz italiano come Paolo Fresu, Rita Marcotulli e Maria Pia de Vito».
Gli obiettivi quali sono?
«Dare una voce unitaria al mondo del jazz italiano attraverso un doppio binario: quello delle iniziative di tipo politico e quelle più strettamente promozionali».
Partiamo dalle prime…
«Innanzitutto il diritto alla pensione. In Italia fare il musicista jazz non è considerato un lavoro. Per ottenere la pensione minima servono 2400 versamenti nell’arco di 20 anni. Un’eventualità difficilmente realizzabile se non impossibile. Poi, a differenza dei musicisti di classica, non abbiamo il riconoscimento delle ore di studio e di prove. Poi c’è da ottenere il diritto all’intermittenza come in Francia: a un musicista che in un anno fa 50 concerti viene riconosciuto un periodo di disoccupazione retribuita se dovesse fermarsi per aggiornarsi o lavorare a un nuovo disco».
Gli aspetti promozionali?
«Ricordo la grande manifestazione a L’Aquila nell’aprile scorso con tanti musicisti, ma anche la residenza a Copenhagen per fare suonare giovani jazzisti. Inoltre, sempre per promuovere i giovani, scegliamo dei gruppi che possa no fare tour di concerti in tutta Italia».
Qual è attualmente il livello del jazz nel nostro paese, e quali musicisti sono da sottolineare per la loro bravura tra le nuove leve?
«Lo considero straordinario e i più giovani contribuiscono a renderlo tale. Ci sono dei gruppi eccellenti come quelli di Dan Kinzelman, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli oltre ai pianisti Alessandro Lanzoni ed Enrico Zanisi».
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