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Dal 7 al 9 aprile si è svolta a Torrita Di Siena la finalissima dell’European Blues Challenge: una grande manifestazione musicale che ha interessato tutta Europa, tesa ad individuare la band più rappresentativa del Vecchio Continente nell’ambito del prossimo International Blues Challenge. Vista la posta in gioco e le cronache dei primi due giorni di concerti era comprensibile attendersi una grande serata di blues: aspettativa che è stata rispettata in pieno. Ovviamente la portata della manifestazione è andata oltre la mera competizione: la presenza di diverse delegazioni europee (specie del nord Europa) ed una serie di spazi alternativi (il Blues Market, stand gastronomici vari e altro) hanno trasformato l’evento in un happening vero e proprio, un’occasione rara per incontrare conoscere nuove realtà ed incontrare vecchi amici. Come previsto, intorno alle 20 la musica ha avuto inizio. Otto gruppi, 25 minuti circa per ognuno: uno spazio compatibile con il numero di musicisti presenti, e che ogni band ha saputo utilizzare al meglio. E’ innegabile che le selezioni dei mesi precedenti abbiano portato sul palco di Torrita musicisti con un bagaglio tecnico molto alto ed una propria identità. A proposito di generi e categorie, si è constatato come la mappa europea del Blues sia felicemente disorganica: da Belgio ed Italia – rispettivamente Tiny Legs Tim e Paul Venturi con i suoi Junkers – sono arrivate le note del country blues più seminale, mentre sonorità più rock hanno caratterizzato le proposte di Austria (Ulrich Ellison & Tribe) Croazia (Zamba) e Portogallo (Budda Power Blues). Tra questi poli musicali, praticamente tutte le declinazioni possibili, dallo swing vintage degli spagnoli Wax & Boogie Rhythm Combo al soul-blues dei norvegesi Eric “Slim”Zahl & The South West Swingers e dei finlandesi Lena & The Slide Brothers, fino alle suggestioni funk degli olandesi Phil Bee’s Freedom. C’è stato spazio anche per tonalità più oscure e “crooning”, con i tedeschi WellBad. Insomma, non è mancata la varietà, ulteriore conferma che il blues europeo è vivo e vegeto in ogni latitudine e longitudine. Dove si può ancora crescere, è forse nella sperimentazione, nella ricerca di una fusione inedita: nonostante le composizioni originali non siano mancate (anzi) il riferimento forte agli archetipi, ai mostri sacri, è stato comunque costante. Trattandosi di blues – un genere legato più di ogni altro ad una radice primaria, ancestrale – la navigazione “a vista” è tutto sommato un peccato veniale: d’altro canto, quando ci si sposterà nella madre patria USA, i campioni europei dovranno confrontarsi con la freschezza e l’incessante ricerca stilistica dei cugini a stelle e strisce. E – a proposito di vincitori – arriviamo alla composizione del podio: al primo posto la Norvegia, con Eric “Slim” Zahl ed i South West Swingers, seguiti dall’Olanda (Phil Bee’s Freedom). Al terzo posto la Germania con i WellBad. Un risultato condivisibile, probabilmente frutto della capacità di Eric e della sua band di unire capacità tecniche di indubbio spessore ad un suono complesso ed una presenza scenica intensa. A rischio di sembrare campanilisti, ci è dispiaciuto non vedere Paul Venturi & The Junkers tra i vincitori. Anche questa volta – come nella serata che lo vide aggiudicarsi la rappresentanza italiana, lo scorso novembre – lo shout di Paul, accompagnato dallo scatenato piano barrelhouse di Alberto Bazzoli e dal contrabbasso fondante di Roberto Villa, ha toccato corde profonde, con un livello di intensità rimasto (a parere di chi scrive) ineguagliato. Come è tradizione in questi casi, la lunga notte si è chiusa sulle note di una strepitosa jam session che ha coinvolto alcuni dei membri delle tre band vincitrici. Altissimi momenti di blues, che hanno visto sugli scudi la strabiliante bravura del diciassettenne (!) chitarrista della Phil Bee’s Freedom. Se tutto ciò è stato possibile, si deve all’organizzazione del Torrita Blues, del Comune di Torrita e degli enti correlati. Spazi adatti e ben gestiti, e una qualità del suono e dell’acustica che ha saputo valorizzare ogni set – dal piccolo combo alle formazioni allargate – senza inconvenienti di rilievo. Last but no least, la partecipazione della singer Veronica Sbergia (perla del blues italiano insieme a Max De Bernardi) qui totalmente a suo agio nelle vesti di presentatrice, divertente e competente, sempre attenta a non far scemare l’attenzione durante i brevi ma inevitabili cambi di palco.
Pietro Rubino
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