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Il 2 giugno, nell’ambito del Bari in Jazz Kids, Luca Aquino e il quintetto della Jordanian National Orchestra porteranno al Festival metropolitano Bari in Jazz il progetto “Petra’ con le musiche composte per “A Journey to discover Petra’s Melody” realizzato all’interno della campagna Unesco #Unite4Heritage, la campagna internazionale che mira a sottolineare l’importanza del patrimonio culturale quale strumento per la promozione del dialogo tra paesi e popoli. Questa iniziativa intende valorizzare Petra e promuoverla come meta turistica sicura e incoraggia la discussione della musica tra culture diverse, come strumento di scambio culturale e reciproca comprensione. Utilizzando il riverbero acustico naturale quale parte integrante della composizione musicale, Aquino nello scorso mese di novembre ha registrato “Petra” un album nell’omonimo sito archeologico di Petra, in Giordania, un’iniziativa mai realizzata prima. I ricavati dell’album, andranno a sostegno del sito di Petra, e dell’associazione no-profit Jordanian National Orchestra Association, che supporta l’orchestra nazionale giordana. Le due istituzioni beneficiarie, insieme ad altri partner istituzionali di rilievo internazionale quali l’Unesco Amman Office e la Talal Abu-Ghazaleh Organization, sono i partner che hanno sostenuto e reso possibile il progetto-sogno di Luca. Il trombettista beneventano è riuscito a miscelare la sensibilità e le esperienze di otto musicisti provenienti da sei differenti nazioni che hanno lavorato fianco a fianco, attraverso un intenso programma di prove e session, in un’atmosfera cosmopolita e multiculturale all’interno del sito Unesco di Petra, nel 2007 inserito tra le sette meraviglie del mondo da un sondaggio online al quale hanno partecipato 90 milioni di persone. Oltre all’ideatore e promotore Luca Aquino (musiche e tromba), ne sono parte integrante il fisarmonicista Carmine Ioanna, Sergio Casale (flauto e arrangiamenti) e il quintetto della Jordanian National Orchestra formato dalla violinista tedesca Anna Maria Matuszczak, dal contrabbassista siriano Bassem Al Jaber, dal percussionista di New Orleans Brad Broomfield, dal violista armeno Vardan Petrosyan e dall’oboista rumeno Baciu Laurentiu. Il potenziale del suono naturale, che si espande e prende forma attraverso l’architettura della location, è la linfa vitale di un progetto che permette alla musica di superare le barriere tra i diversi generi e di utilizzare il sito come perfetta camera di risonanza.