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Fino al 19 giugno 2016
Foto concesse dall’Ufficio stampa Carispezia
Una mostra che si visita in poco tempo, ma estremamente affascinante. Almeno per chi ama David Bowie, la musica e il costume dei Settanta, i maestri della fotografia. Tra questi c’è sicuramente il giapponese Masayoshi Sukita. David Bowie non era solo un autore e interprete amatissimo in tutto il mondo L’artista scomparso nello scorso gennaio è sempre stato ed è tuttora una vera e propria icona. La sua innovazione radicale attraverso musica, teatro, moda e stile compare ancora oggi nel design e nella cultura visiva. Masayoshi Sukita è stato uno degli artefici di questo successo. Le sue immagini hanno contribuito a segnare un’epoca, e non solo relativamente alla figura di Bowie, con il quale nacque un rapporto di amicizia. Sukita infatti sbarcò a Londra per immortalare un fenomeno forse effimero ma fondamentale per l’evoluzione della musica. Quel glam-rock (rappresentato da Marc Bolan e dai suoi T-Rex) che segnò un ponte con la moda, prima che il punk mettesse tutto in discussione. Gli scatti di Sukira, insieme alle note musicali, danno modo di storicizzare quegli anni più di tante parole.
Sukita riuscì a incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in terra nipponica. nonché mente dietro alle prime sfilate londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust. La Takahashi propose un portfolio con i lavori di Sukita all’allora manager di Bowie che gli accorda lo shooting. É così che comincia una relazione professionale e umana tra i due che sarebbe durata per il resto della vita del musicista inglese. Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone, ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo con Iggy Pop e chiede a Sukita di ritrarlo in una lunga sessione fotografica che il maestro della fotografia giapponese non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album “Heroes”, una delle più iconiche mai realizzate nella sua carriera. Il rapporto intimo e privato che si instaura tra i due, grazie a un comune sentire e ad un ricco interscambio culturale, ci ha regalato alcuni degli scatti più inaspettati dell’“uomo caduto sulla terra”. E che la mostra (a ingresso libero) riesce a evidenziare al meglio.
Michele Manzotti
Tagged David Bowie, La Spezia, Masayoshi Sukita