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Evan Parker: “L’elettronica aiuta l’improvvisazione”

20 maggio 2016 by Michele Manzotti in Interviste

www.temporeale.it
www.evanparker.com
www.walterprati.it

E’ uno dei massimi esponenti del jazz internazionale. Basti pensare che la sua discografia prosegue ininterrotta dal 1970, con tantissime collaborazioni (ricordiamo solo alcuni nomi come Cecil Taylor, Robert Wyatt e David Sylvian). Evan Parker, inglese di Bristol, classe 1944 è noto per la sua arte dell’improvvisazione e per aver dato lustro al free jazz. Parker inaugurerà il «Progetto primavera», serie di concerti promossa dall’istituzione fiorentina Tempo reale. Sabato 21 maggio Parker, sassofonista che nella sua carriera ha suonato il soprano, il tenore e il contralto, sarà insieme a Walter Prati, compositore ed esecutore che svolge attività di ricerca musicale, da sempre orientata verso l’interazione fra strumenti musicali tradizionali e nuovi mezzi elettronici. Insieme presenteranno un progetto di improvvisazione ed elettronica dal titolo Pulse. L’appuntamento è alle 21,30 nella Limonaia di Villa Strozzi a Firenze (info www.temporeale.it).

Come è nato questo progetto?

«Ho conosciuto e quindi lavorato con Walter Prati per più di venti anni. Per la prima volta abbiamo registrato insieme nel 1990. Da quella data lui è stato un componente importante del mio ElectroAcoustic Ensemble e ho suonato come solista in molte delle sue composizioni prima di Pulse».

Suono acustico ed elettronica dal vivo sono insieme sul palco. Qual è l’aspetto più interessante di questo dialogo?

«Nell’improvvisazione collettiva la possibilità è sempre quella di una somma che può essere maggiore delle parti, in altre parole che in uno scambio di idee tra individualità sorge una nuova formulazione. L’aggiunta dell’elettronica dal vivo permette una nuova serie di possibilità per questo scambio di idee».

L’improvvisazione è la sua caratteristica principale. Come si sviluppa in Pulse?

«Questo dipende dagli elementi specifici che Walter porta durante la prova».

A suo parere qual è il maggior elemento di attrazione per il pubblico?

«La possibilità di ascoltare nuova musica in un modo altrettanto nuovo. Se poi il pubblico ha già familiarità con gli sviluppi recenti della musica contemporanea, la nostra sfida sicuramente aggiungerà qualcosa di ciò che conosce già».

Michele Manzotti

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