(Suisa)
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Mike Sponza è una miniera d’idee: dall’European Blues Convention con molti talentuosi musicisti dell’Est, l’orchestra alla Barcolana, il Kakanic Blues, Duke Robillard, Bob Margolin e infine il latino, inteso come filosofia di vita, la cui universalità e attualità rimangono ispirazione per molti. Mike non rinnega anzi esalta le sue radici, è un uomo di frontiera abituato ad osare in un mondo sempre più conformista, sempre più eguale. Non ha punti di riferimento, non somiglia a nessuno, e questo, a prescindere, è un merito. Ad occhio e croce questo dovrebbe esser l’ottavo opus di Mike e forse, verrebbe da dire, la sua opera più compiuta con un sound raffinato, elaborato senza esser per forza pretenzioso. Due potenziali hits da 45 giri, “See how the man” e “Kiss me”, dai riff ipnotici, ma anche chitarre nervose che spuntano dal nulla come in “Carpe Diem” e “Poor Boy”, o il sax di “Penelope”, una ballata epica. C’è anche un Blues profondo, “The Thin Line”, cantato da Dana Gillespie con un assolo d’organo notevole. In alcuni pezzi officia Ian Siegal alla chitarra e al canto, in perfetta fusione con Mike. Va detto che il CD e’ stato registrato nei mitici Abbey Road Studios e che il risultato e’ conseguente. Più che un filosofo, Mike potrebbe essere un novatore rinascimentale, guarda avanti senza troppo curarsi del contorno – in questo caso la tradizione e i santi parametri del Blues. Artisti cosiì sono indispensabili. Ergo Sum, appunto.
Luca Lupoli
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